venerdì 27 marzo 2009
È di almeno 48 morti il bilancio di quello che sembra essere un attentato suicida contro una moschea di Jamrud, in una zona tribale al confine con il nord-ovest dell'Afghanistan. L'attacco è avvenuto durante la preghiera del venerdì.
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Sono 70 i cadaveri estratti dalle macerie della moschea di due piani distrutta oggi da un attentato in Pakistan. Lo riferiscono il sito online APakistanNews e l'emittente indiana Ndtv. I soccorritori intanto continuano a scavare freneticamente fra le rovine della moschea di Jamrud, mentre le autorità della regione hanno ordinato la requisizione di tutti i macchinari pesanti per accelerare il recupero dei cadaveri ed eventualmente di persone ancora in vita. Anche il sito on line del quotidiano pachistano The News International accetta ora l'ipotesi di 70 morti, mentre l'ultima dichiarazione ufficiale dell'amministratore della regione abitata da tribù Khyber, Tariq Hayat Khan, riferisce di 51 morti. Fra le 250-300 che si trovavano in preghiera all'interno della moschea, si è appreso, vi erano molti agenti di polizia, militari e personalità politiche. Di queste, circa 125 sono rimaste ferite e sono state trasportate negli ospedali della zona, fino a Peshawar.Le reazioni. Il presidente pachistano Asif Ali Zardari ed il primo ministro Yusuf Raza Gilani hanno condannato l'attacco suicida nella moschea di Jamrud, nel distretto di Khurram. In visita a Quetta, capoluogo della provincia del Belucistan, Zardari ha sostenuto che ormai la lotta contro il terrorismo deve essere "un impegno regionale". Nel giorno in cui gli Usa rendono pubblico il piano di azione politica, militare e finanziario per il Pakistan, il capo dello Stato pachistano ha espresso la speranza che Washington riveda la sua attuale politica tenendo conto della realtà esistente, definendo fra l'altro Barack Obama "un simbolo del cambiamento". 
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