martedì 28 dicembre 2010
Undici organizzazioni egiziane per i diritti umani hanno espresso la loro indignazione per il silenzio del governo in merito alla vicenda degli ostaggi africani detenuti nel Sinai da trafficanti che li sottopongono a torture per ottenere un riscatto, e hanno lanciato un appello affinché intervenga immediatamente per salvarli.
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Undici organizzazioni egiziane per i diritti umani hanno espresso oggi la loro indignazione per il silenzio del governo in merito alla vicenda degli ostaggi africani detenuti nel Sinai da trafficanti che li sottopongono a torture e violenze per ottenere un riscatto di migliaia di dollari, e hanno lanciato un appello affinchè intervenga immediatamente per salvarli.In un comunicato le ong fanno sapere di aver contattato uno degli ostaggi eritrei che ha affermato di essere, insieme ad altri 15, detenuto da un gruppo di beduini in container di metallo per non aver pagato la somma pretesa (tra i 3000 e gli 8000 dollari a testa)."L'ostaggio ha aggiunto che i rapitori gli forniscono due pezzi di pane e acqua salata e che cambiano continuamente il luogo di detenzione in diversi luoghi del Sinai, dove centinaia di migranti africani (eritrei, etiopi, sudanesi e somali) vengono torturati da oltre sei mesi", aggiunge il comunicato."Mentre si moltiplicano i resoconti delle atrocità subite dagli ostaggi, il governo egiziano rifiuta ancora di riconoscere queste informazioni e di prendere le misure necessarie per arrivare a queste persone e salvarle", affermano le Ong.
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