sabato 24 gennaio 2009
«Ripristinando i fondi per le organizzazioni abortiste internazionali, il presidente americano finanzierà coloro che volontariamente infrangono le leggi della maggior parte degli Stati del mondo». E' quanto afferma Steve W. Mosher in una intervista che sarà pubblicata domani, 25 gennaio, su Avvenire.
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Obama ha rilanciato una politica di «imperialismo culturale». E’ quanto afferma Steve W. Mosher, presidente del Population Research Institute, commentando la decisione del neo-presidente americano di ripristinare i fondi per le organizzazioni che diffondono l’aborto nel mondo. «Ad oggi – spiega Mosher in una intervista che apparirà su Avvenire di domani, 25 gennaio – 130 paesi nel mondo vietano l’aborto o lo ammettono solo in circostanze molto ristrette». Finanziare organizzazioni americane come l’IPPF (International Planned Parenthood Federation) o agenzie come l’Unfpa (il Fondo Onu per la popolazione), è una forma di imperialismo culturale perché queste organizzazioni «sfidano la sovranità nazionale degli Stati facendo lobby per la legalizzazione dove l’aborto non è ancora ammesso e realizzando quanti più aborti possibili forzando le leggi locali».«Obama – dice ancora Mosher – vuole dunque finanziare con i dollari delle tasse di tutti gli americani, organizzazioni internazionali che volontariamente infrangono le leggi della maggior parte degli stati del mondo». Steve Mosher è stato il primo giornalista nel mondo, all’inizio degli anni ’80, a documentare le atrocità commesse dal regime cinese nell’applicazione della «politica del figlio unico» e un suo dettagliato rapporto sul coinvolgimento diretto dell’Unfpa e dell’Ippf nella pratica degli aborti e delle sterilizzazioni forzate, sempre in Cina, è stato alla base della decisione di George W. Bush di sospendere il finanziamento di queste organizzazioni che Obama ha ora ripristinato.
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