sabato 1 novembre 2008
A tre giorni dal voto il senatore dell'Illinois, sempre in testa di almeno sette punti nelle rilevazioni, lancia nuovi spot anche nello Stato del rivale, ora considerato in bilico. Oltre 33 milioni gli americani che hanno seguito l'altra sera il suo mega-messaggio di mezz'ora in tv.
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La corsa verso la Casa Bianca non è ancora finita, ma, a tre giorni dal voto, l'esito sembra delinearsi in modo sempre più chiaro. A livello nazionale, infatti, il margine tra i due candidati alla presidenza Usa si è mantenuto stabile al 7% per il secondo giorno consecutivo, favorendo Barack Obama. Il democratico avrebbe ora le preferenze del 50% degli americani, mentre John McCain sarebbe fermo al 43%, almeno secondo il sondaggio di Reuters/Zogby. Altre rilevazioni, infatti, mostrano un vantaggio anche più ampio. Il Washington Post e la rete televisiva Abc vedono il senatore dell'Illinois scelto dal 52% degli elettori, contro il 44% per McCain, mentre gli intervistati da New York Times e Cbs avrebbero confermato l'appoggio del 52% a Obama, ma fatto rilevare una flessione di tre punti, al 41%, per il senatore dell'Arizona. Sembrerebbero però tutti d'accordo su una delle ragioni che hanno ostacolato l'ex prigioniero di guerra nel conquistare il favore degli americani. Nonostante McCain abbia cercato di prendere le distanze da Bush, metà degli intervistati ritiene infatti che una nuova amministrazione repubblicana finirebbe col seguirne le orme. Una mossa non bene accetta, considerando che il tasso di disapprovazione di Bush ha oltrepassato il 70%. Altra «palla al piede» per il senatore dell'Arizona sarebbe la sua scelta per il compagno di corsa. Sei elettori su dieci " tra quelli interpellati dal New York Times " avrebbero infatti concluso che il governatore dell'Alaska, Sarah Palin, non è qualificata per la vicepresidenza. Un giudizio che dall'inizio del mese si è fatto strada nel 9% in più degli americani e che ora sta mettendo in dubbio l'abilità di McCain riguardo alle eventuali altre nomine in una Casa Bianca repubblicana. Le due campagne stanno ora concentrando le ultime battute sugli «swing States», quelli cioè chiave per le elezioni e dove i problemi sono ancora più evidenti per il veterano del Vietnam. I democratici sarebbero infatti in vantaggio in Colorado, Nevada, New Mexico e Virginia e persino l'Arizona starebbe vacillando. Pur spendendosi personalmente in Iowa e in Indiana, Obama ha pertanto lanciato ieri nuovi spot nello Stato rappresentato da McCain al Senato, mentre lo sfidante ha chiesto l'aiuto del governatore della California, Arnold Schwarzenegger, per l'ultimo comizio in Ohio, Stato che si è sempre rivelato essenziale per la vittoria della Casa Bianca e dove il candidato democratico sarebbe in testa di otto punti. Anche il New York Times ha sottolineato che il messaggio a reti unificate con cui, mercoledì sera, il senatore dell'Illinois ha illustrato per mezz'ora la propria visione per l'America " 33,5 milioni i telespettatori " è «servito ad abituare il cittadino medio all'idea di avere Obama come presidente». Gli analisti, però, mettono in guardia i democratici dal cantare vittoria. Il rapporto Rasmussen, che rileva quotidianamente le preferenze per i due candidati presidenziali, ha notato ieri per Obama uno scarto di appena quattro punti " 51% contro 47% " un vantaggio che si sarebbe ridotto dai massimi di otto registrati il mese scorso.
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