sabato 22 agosto 2009
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Il presidente Barack Obama si recherà in visita in Cina a metà novembre. Lo ha annunciato ai media il neo ambasciatore Usa a Pechino, Jon Huntsman, con riferimento alle tante novità "nelle relazioni sino-americane" di quest'anno. La notizia di una visita di Obama a Pechino era attesa dallo scorso aprile, quando al termine dell'incontro a Londra tra il presidente americano e quello cinese entrambi i governiannunciarono una visita di Obama in Cina nella seconda metà dell'anno. Huntesman non ha specificato la data dell'evento, che potrebbe però avvenire in concomitanza con la visita di Obama a Singapore per il Forum di cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec), in programma il 14 e il 15 novembre. L'ambasciatore, che durante l'annuncio in conferenza stampa ha parlato sia in inglese che in cinese, ha definito le relazioni tra Usa e Cina come le "più importanti del mondo", dichiarando che "entro la fine dell'anno i rapporti tra i due paesi saranno migliori che mai".La sifda del nuovo ambasciatore Usa a Pechino. Huntesman, 49 anni, è stato nominato ambasciatore da Obama lo scorso maggio,e la sua carica è stata ufficialmente confermata dal Senato americano all'inizio di agosto. L'organizzazione della visita del presidente Usa a Pechino sarà la prima grande sfida da ambasciatore per l'ex governatore repubblicano dello Utah, già rappresentante Usa a Singapore ed esperto di relazioni con l'Estremo Oriente. La sua carriera politica è cominciata all'inizio degli anni '80, quando entrò a far parte dello staff dell'allora presidente Ronald Reagan occupandosi dei rapporti con Pechino. Durante il suo incarico ha compiuto diversi viaggi in Cina, adottando tra l'altro una bambina cinese che oggi era presente durante la conferenza stampa.Alla sua nomina ad ambasciatore, Huntesman dichiarò che il suo impegno principale sarebbe stato quello di "aiutare a gettare le basi per una crescita sostenibile della regione e dell'economia globale". In quell'occasione si rivolse a entrambi i governi invitandoli a "superare i disaccordi, le difficoltà e le rivalità" e a lavorare per assicurare "prosperità, pace e sicurezza da entrambi i lati del Pacifico".
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