sabato 28 giugno 2014
Udienza il 7 luglio. Duri provvedimenti contro l'ex nunzio polacco Wesolowski e don Inzoli. DOSSIER
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Lunedì 7 luglio papa Francesco incontrerà in Vaticano un gruppo di vittime di abusi sessuali da parte di chierici, provenienti da alcuni paesi del mondo. Per la prima volta dalla sua elezione, sottolinea il sito Il Sismografo, il Pontefice «incontrerà uomini e donne abusati sessualmente da sacerdoti e religiosi, li accoglierà per ascoltare le loro esperienze e certamente per manifestare la sua vicinanza e per ribadire una linea di "tolleranza zero" per chi commette tali misfatti».Ieri intanto è stato reso noto che si è concluso il primo grado di giudizio del processo canonico a carico dell’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, l’arcivescovo polacco Józef Wesolowski, presso la Congregazione per la dottrina della fede (Cdf) con una sentenza di condanna alla dimissione dallo stato clericale. Circa un anno fa monsignor Wesolowski era stato richiamato e sospeso dal suo servizio in seguito alle gravi accuse di abusi sessuali verso minori che gli erano state mosse. L’accusato, informa un comunicato emanato dalla Sala Stampa vaticana, ha ora due mesi di tempo per proporre eventuale appello. Mentre il procedimento penale presso gli organi giudiziari vaticani proseguirà non appena sarà definitiva la sentenza canonica. Nei giorni scorsi un vescovo dominicano si era lamentato di aver visto l’ex nunzio circolare "a piede libero": a questo proposito la nota vaticana precisa che «finora monsignor Wesolowski ha usufruito di una relativa libertà di movimento» in attesa che la Cdf «procedesse a verificare il fondamento delle accuse mosse a suo carico». Il comunicato assicura inoltre che ora «saranno adottati nei confronti dell’ex nunzio tutti i provvedimenti adeguati alla gravità del caso».Sempre ieri poi si è conclusa la vicenda di don Mauro Inzoli, che la Cdf in prima istanza, come reso noto nel dicembre del 2012, aveva condannato con la dimissione dallo stato clericale. In seguito al ricorso del sacerdote la Congregazione, recependo quanto stabilito da papa Francesco, ha emanato il decreto definitivo in base al quale, in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo, provocato da abusi su minori, don Inzoli viene invitato a una vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza. Al sacerdote lombardo viene inoltre prescritto di sottostare ad alcune restrizioni, la cui inosservanza comporterà la dimissione dallo stato clericale. Don Inzoli quindi potrà celebrare e concelebrare, solo privatamente. Non potrà svolgere accompagnamento spirituale nei confronti dei minori o altre attività pastorali, ricreative o culturali che li coinvolgano. Non potrà operare in enti a scopo educativo. Non potrà dimorare o esercitare il ministero nella diocesi di Crema. E dovrà inoltre intraprendere, per almeno cinque anni, un’adeguata psicoterapia.CHIESA E PEDOFILIA, VAI AL DOSSIER
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