giovedì 28 maggio 2020
Si tratta di iniziative in ambito sanitario e nel settore formativo. Numerose le richieste di aiuto che sono giunte nel corso degli ultimi mesi dai Paesi africani e da molti altri contesti di povertà
Povertà e degrado a Cape Town, in Sudafrica, al tempo del coronavirus

Povertà e degrado a Cape Town, in Sudafrica, al tempo del coronavirus - Ansa

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Sono 541 i progetti finanziati in 65 Paesi del mondo, per un totale di circa 9 milioni di euro, grazie allo stanziamento di 6 milioni di euro disposto dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei), il 3 aprile scorso, al quale sono stati aggiunti altri 3 milioni di euro il 13 maggio, per l’emergenza coronavirus in Africa e in altri Paesi poveri.

Nel dettaglio, sono 381 le iniziative in ambito sanitario per una somma di 7.486.900 euro e 160 quelle nel settore formativo per 1.502.328 euro. Il contributo, proveniente dai fondi dell’8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, ha rappresentato un segno di solidarietà, un tentativo di dare risposta alle numerose richieste di aiuto che sono giunte nel corso degli ultimi mesi dai Paesi africani e da molti altri contesti di povertà sparsi in varie parti del mondo, aggravati dagli effetti della pandemia.

A guidare l’azione sono state le parole pronunciate da papa Francesco, il 27 marzo scorso in Piazza San Pietro: «Anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme… Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: “che tutti siano una cosa sola”».

Il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana hanno individuato due linee guida prioritarie nella strategia d’azione. Innanzitutto, dotare le strutture sanitarie dei Paesi più poveri di dispositivi di protezione per il personale e di strumenti terapeutici basilari per affrontare la pandemia. In seconda battuta, sostenere le realtà locali nelle iniziative di sensibilizzazione della popolazione su comportamenti atti a non favorire il contagio, oltre a formare e preparare dal punto di vista tecnico il personale sanitario.

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