martedì 12 settembre 2017
Dopo il sesto test nucleare di Pyongyang, le Nazioni Unite vietano al regime le esportazioni nel settore tessile e lo obbligano a ridurre gli approvvigionamenti di petrolio
Trump e Kim Jong-un in un fotomontaggio sulla tv nordcoreana (Ansa)

Trump e Kim Jong-un in un fotomontaggio sulla tv nordcoreana (Ansa)

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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all'unanimità nuove sanzioni contro la Corea del Nord, sanzioni che prevedono il divieto di esportazione nel settore tessile e una riduzione degli approvvigionamenti di petrolio. «Noi non cerchiamo la guerra», ha commentato l'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, che ha presentato la risoluzione, in risposta al sesto test nucleare condotto dalla Corea del Nord il 3 settembre scorso.

Il testo che era stato inizialmente fatto circolare al Palazzo di Vetro tra i 15 membri del Consiglio di Sicurezza prevedeva un divieto totale di vendere petrolio alla Corea del Nord, il congelamento dei beni del presidente Kim Jong-un e la possibilità di condurre ispezioni sulle navi nordcoreane sulla base dell'articolo VII della Carta dell'Onu, che sancisce il ricorso all'uso della forza. Ma per ottenere il sostegno di Russia e Cina - senza le quali ogni misura perderebbe di forza - gli Stati Uniti hanno accettato di rimuovere il divieto totale alle esportazioni petrolifere, ponendo piuttosto un limite ai livelli attuali per quanto riguarda il greggio e a due milioni di barili all'anno di prodotti raffinati. Tra l'altro nel testo si fa riferimento alla ricerca di una soluzione «pacifica» della crisi con Pyongyang.

La risoluzione prevede anche il divieto di rilasciare permessi di lavoro ai cittadini nordcoreani all'estero. Secondo l'ambasciatrice statunitense Haley, il bando alle esportazioni di tessili e sui lavoratori dovrebbe costare alla Corea del Nord 1,3 miliardi dollari in mancate entrate (800 dal primo provvedimento, 500 dal secondo).

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