giovedì 21 settembre 2023
L’idea si rifà alla tradizione nipponica: ospita una comunità di 43 individui tra gli otto e i 92 anni
La Nagaya Tower a Kagoshima

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In Giappone, Paese per molti aspetti avveniristico ma ben radicato in un passato che ha dato risultati di grande pregio sul piano del design e della funzionalità delle sue architetture poteva forse ignorare anche la costruzione di un nuovo edificio, sebbene con caratteristiche innovative sorto nell’accogliente città meridionale di Kagoshima, sulla cui costa, allora segnata da pochi villaggi di pescatori sbarcò nell’agosto 1549 san Francesco Saverio per avviare l’evangelizzazione dell’arcipelago. Così non è stato e la Nagaya Tower ha esteso la sua fama all’interno e all’estero.
Una collocazione propizia quella di Kagoshima, 600mila abitanti, nonostante l’inquietante e spesso attiva presenza del vulcano Sakurajima che domina la sua baia. Una realtà a misura d’uomo che non è solo di incontro culturale e di scambio di persone e idee che la sua posizione aperta verso lidi lontani ha favorito, ma che nella quotidianità ormai decennale è anche di partecipazione e di solidarietà. Da qualche tempo anche del tentativo di creare ponti tra le generazioni..
Le problematiche derivanti da un calo accelerato delle nascite e da una parallela crescita della popolazione anziana sono note e per certi aspetti drammatici. Affrontate per via ufficiale, con provvedimenti finora poco incisivi sul piano del rilancio demografico, accolti ma insufficienti su quello della persistenza degli anziani al lavoro e del loro benessere con gli ovvi (e necessari) risvolti sul sostegno all’occupazione e su quelli della spesa per il welfare. Tuttavia, la casistica della solitudine e del degrado che riguarda gli anziani senza famiglia e senza attività che ne stimolino capacità e iniziativa sta diventando allarmante.
La Nagaya Tower è nata dall’esigenza di fare incontrare e bilanciare le esigenza di diverse generazioni di coinquilini e ad abitare i sei piani della struttura è una comunità di 43 individui tra gli otto e i 92 anni di età. Una Torre senza età. Gli ampi spazi aperti e i servizi comunitari aiutano la cooperazione e la condivisione, tutto su un piano di volontarietà che non ha mancato i risultati proposti dal suo ideatore. Il 71enne Haruhiko Dozono è ancora in attività nella suo centro medico che fronteggia la struttura ispirata dall’esperienza personale di compartecipazione alla degenza e alle cura di personale medico e pazienti.
In accordo con la tradizione, come spiega uno dei residenti: «Questa iniziativa è ispirata dalle “nagaya” (casa lunga), abitazioni che nel periodo Edo (1603-1868) hanno ospitato esperienze di vita collettiva. Dai bambini agli anziani, famiglie o singoli di diverse età e occupazione, tutti vivevano nello stesso edificio dai lunghi corridoi con al centro il pozzo dove si ritrovavano per parlare mentre lavavano o si occupavano dei lavori domestici».
L’idea del fondatore è stata di ampliare l’aspetto terapeutico di questa esperienza, incentivando l’interazione per creare una coesione spontanea. Del progetto fa parte anche una iniziativa per bambini con problemi legati allo sviluppo che organizza attività aperte ai residenti, parte di un programma educativo utile sia ai piccoli, sia agli adulti che dedicano loro tempo contribuendo a migliorarne la capacità comunicativa al di fuori dell’ambito familiare.


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