lunedì 2 aprile 2018
Aveva 81 anni ed è deceduta dopo una lunga malattia. Era stata sposata con Nelson Mandela. Deputato era ancora una figura di riferimento nell'African National Congress
(Ansa)

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È morta Winnie Mandela, l'attivista sudafricana, ex moglie di Nelson Mandela, padre della lotta all'apartheid. Aveva 81 anni. La notizia è stata data dalla famiglia. «Con profonda tristezza annunciamo che Winnie Madikizela-Mandela è morta oggi 2 aprile, al Netcare Milpark Hospital di Johannesburg, in Sud Africa»», ha reso noto il il portavoce della famiglia Mandela, Victor Dlamini.

Madikizela-Mandela (Bizana, Eastern Cape, 1936-2018) è venuta meno «dopo una lunga malattia» che negli ultimi mesi l'aveva portata a entrare e uscire dall'ospedale ed è deceduta «serenamente nelle prime ore del pomeriggio», «circondata dalla famiglia». L'attivista ed esponente politica era stata colpito da un'infezione renale per cui era stato ricoverata e poi dimessa il 20 gennaio.
«Madikizela-Mandela è stata uno delle grandi icone della lotta contro l'apartheid», ha ricordato ancora la famiglia, che si è detto «profondamente grata» per il suo lascito. Non sono stati ancora resi noti i dettagli dei funerali e delle commemorazioni.

Winnie e Nelson Mandela, che si erano conosciuti nel 1957 e sposati un anno più tardi, si separarono nel 1992. Con i suoi discorsi incendiari e i toni estremisti che avevano anche incoraggiato anche alla violenza nella lotta contro il regime dell'apartheid, si era allontanata dal marito. I due si separarono due anni dopo l'uscita di «Madiba» dalla prigione in cui era stato tenuto rinchiuso per 27 anni; e due anni prima che Mandela diventasse il primo presidente nero del Sudafrica.

Molto rispettata, era considerata una sorta di "madre della nazione"; e nel 1994, dopo le prime elezioni democratiche, Madikizela-Mandela fu comunque eletta deputato e viceministro delle arti e della cultura. Da allora era rimasta deputato, nonostante le poche apparizioni in pubblico degli ultimi anni; e rimaneva una delle figure di riferimento all'interno dell'Anc, l'African National Congress, che rimane al potere in Sudafrica fin dalle prime elezioni democratiche dopo la fine dell'apartheid.

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