mercoledì 13 ottobre 2010
Uno dopo l'altro risalgono in superficie i minatori cileni che sono stati intrappolati per 69 giorni nella miniera di Copiapo. Gli uomini vengono tratti in salvo con una capsula speciale in grado di contenere una sola persona. Urla di gioia e giubilo da parte dei parenti ad ogni nuovo "arrivo" dei minatori. Il saluto del Papa.
COMMENTA E CONDIVIDI
Uno dopo l'altro risalgono in superficie i minatori cileni che sono stati intrappolati per quasi 69 giorni nel ventre della terra, nella miniera di San José a Copiapo. Alle 20 ne erano stati tratti in salvo 18, tutto dovrebbe concludersi nella notte italiana. Contenti, provati, forse un pò disorientati, ma comunque in buona forza fisica e schivi: "Non voglio che mi trattino nè come un artista nè come un animatore, sono un minatore", ha detto Mario Sepulveda, l'unico che ha parlato con le telecamere.Le operazioni di salvataggio, seguite in diretta in un clima di euforia in Cile e in tutto il mondo, procedono senza intoppo. "Le cose vanno straordinariamente bene", ha detto il ministro della Salute, Jaime Manalich, facendo un primo rapporto ufficiale della lunga giornata, iniziata a mezzanotte ora locale. "È meglio di quello che pensavamo". La capsula Fenix va avanti e indietro senza intoppi (un'unica, breve interruzione per un problema tecnico). La televisione cilena sta seguendo in diretta lo storico evento e rimanda al mondo le emozionanti immagini, seguite con dirette televisive e web da tutti i grandi network della comunicazione mondiale. "È una notte che il mondo intero non potrà mai dimenticare", ha detto il presidente cileno, Sebastian Pinera, che assiste al salvataggio di tutti i minatori. Il primo a rivedere la luce è stato Florencio Avalos alle 5:10 ora italiana: ad abbracciarlo c'erano il figlio Bairon, 7 anni, e la moglie. E le immagini del piccolo in lacrime, sopraffatto dall'emozione, rimarranno a lungo nel cuore dei telespettatori. Cinquantanove minuti più tardi è arrivato Sepulveda, già famoso per le sue doti di comunicatore, che ha improvvisato un mini-show all'uscita, con tanto di souvenir per i presenti: un sacchetto pieno di pietre raccolte in fondo alla miniera. Per ognuno che risale, una storia da raccontare: c'è il boliviano, unico straniero intrappolato, per il quale è arrivato a Campo Esperanza anche Evo Morales; c'è quello che comunicò al mondo, con un biglietto scritto a matita rossa, che erano vivi; c'è quello che, scapolo impenitente, ha ricevuto una proposta di matrimonio dalla sua compagna; e poi c'è il più anziano, quello con maggiore esperienza (lavora in miniera da quandoaveva 12 anni) ma che soffre di ipertensione e silicosi. I primi a tornare in superficie sono stati il gruppo di minatori considerati più abili, scelti tra quelli considerati in grado di affrontare qualsiasi evenienza; poi quelli con problemi di salute cronici, o che hanno reagito peggio alla situazione, per ultimo salirà il gruppo di minatori sani. Il capo turno, Luis Urzua, di 54 anni, sarà l'ultimo a rivedere la luce. Dall'Italia sono arrivati i complimenti del ministro degli Esteri Franco Frattini per l'"eccellente organizzazione della macchina dei soccorsi".Il saluto del Papa«Che la Beata Angela da Foligno ci aiuti a comprendere che la vera felicità consiste nell'amicizia con Cristo, crocifisso per amore nostro. Alla sua divina bontà affido con speranza i minatori della regione di Atacama, in Cile». Papa Benedetto XVI ha voluto concludere con un pensiero ai 33 minatori cileni la sintesi della catechesi dell'udienza di oggi.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: