giovedì 20 agosto 2009
L'ex agente libico detenuto per la strage del 1988 sull'aereo della Panam (che costò la vita a 270 persone) è stato rilasciato per motivi umanitari e sta facendo ritorno in Libia accompagnato da un figlio del leader libico Muammar Gheddafi. Gli Usa: un insulto ai parenti.
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L'ex agente libico detenuto per la strage di Lockerbie del 1988 è stato rilasciato per motivi umanitari e sta facendo ritorno in Libia accompagnato da un figlio del leader libico Muammar Gheddafi. Lo hanno annunciato oggi il governo scozzese e un portavoce del governo libico.Abdel Basset al-Megrahi ha un cancro alla prostata allo stadio terminale. "Megrahi ora sconta una sentenza stabilita da un'alta corte", ha detto ministro della Giustizia scozzese Kenny MacAskill in una conferenza stampa. "È terminale, in una condizione irreversibile. Morirà". Megrahi, 57 anni, è detenuto dal 2001 per l'omicidio delle 259 persone che erano a bordo del Boeing 747 della Panam e di 11 morte a terra quando il velivolo esplose nei cieli della cittadina scozzese di Lockerbie.Gli Usa: «Siamo rammaricati». "Profondo rammarico" è stato espresso dalla Casa Bianca per la decisione del ministro della Giustizia scozzese, Kenny MacAskill, di rilasciare l'attentatore di Lockerbie. "In questo giorno - si legge in una nota - esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alle famiglie che ogni giorno convivono con la perdita dei loro cari. Comprendiamo che gli effetti di una perdita del genere pesino per sempre su una famiglia". Nella nota, il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs afferma: "Gli Stati Uniti si rammaricano profondamente per la decisione del governo scozzese di rilasciare Abdel Basset Mohamed al-Megrahi. Come abbiamo detto ripetutamente ai funzionari del governo britannico ed alle autorità scozzesi, noi continuiamo a credere che Megrahi dovrebbe scontare la pena in Scozia". Nei giorni scorsi, più volte il segretario di Stato americano Hillary Clinton era intervenuta presso le autorità britanniche e scozzesi chiedendo che al-Megrahi restasse in carcere.
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