mercoledì 1 aprile 2009
Il nuovo ministro degli Esteri di Israele, l'ultranazionalista Avigdor Lieberman, ha detto oggi che Israele non è legato dagli impegni assunti alla conferenza di Annapolis, promossa dagli Stati Uniti, per giungere alla creazione di uno stato palestinese.
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Il nuovo ministro degli Esteri di Israele, l'ultranazionalista Avigdor Lieberman, ha detto oggi che Israele non è legato dagli impegni assunti alla conferenza di Annapolis, promossa dagli Stati Uniti, per giungere alla creazione di uno stato palestinese. "C'è un documento che ci obbliga, e non è la conferenza di Annapolis, non ha validità", ha detto Lieberman in un discorso, facendo riferimento al vertice del 2007 che si tenne in Maryland, negli Stati Uniti."Il governo israeliano non ha mai ratificato Annapolis, neanche il parlamento".La sortita del nuovo ministro degli Esteri del governo israeliano -- a maggioranza di destra anche se ne fa parte il Labour --, ha provocato subito le proteste palestinesi. Un consigliere del presidente Mahmoud Abbas ha invitato gli Usa a contrastare la posizione di Lieberman, affermando che potrebbe minare lo stato della sicurezza nella regione.Proprio oggi, alla cerimonia di insediamento del nuovo governo, il presidente israeliano Shimon Peres aveva detto al neo-premier Benjamin Netanyahu che il mondo appoggia la richiesta palestinese di uno stato indipendente, un obiettivo che il leader della destra, da ieri al governo, non ha fin qui sostenuto."Il governo che lei guida deve fare uno sforzo supremo per far avanzare il processo di pace su tutti i fronti", ha detto Peres nel corso della cerimonia di Stato in cui il primo ministro uscente Ehud Olmert ha passato formalmente le consegne a Netanyahu, che ha giurato ieri."Il governo uscente ha adottato la visione di due stati per due popoli, promossa dall'amministrazione statunitense e accettato dalla maggioranza dei paesi del mondo", ha detto ancora Peres.Peres, ex premier di centrosinistra, che oggi copre una carica ampiamente rappresentativa, ha anche fatto un accenno all'iniziativa di pace araba per il Medio Oriente. La proposta in questione offre a Israele la normalizzazione delle relazioni col mondo arabo in cambio del riconoscimento dello stato palestinese e della restituzione dei territori occupati dagli israeliani nella guerra del 1967.Anche Netanyahu ha sottolineato i timori tra i leader arabi sul potere dell'Iran.In un discorso sull'indirizzo politico del nuovo governo pronunciato ieri in Parlamento, Netanyahu ha detto che negozierà la pace coi palestinesi, ma non ha fatto alcuna esplicita menzione della creazione di uno stato indipendente, questione al centro dei colloqui sponsorizzati dagli Usa ma attualmente lasciata in sospeso. Netanyahu ha detto di volere che i palestinesi abbiano sufficiente autorità per governarsi, ma non in un modo che potrebbe mettere a rischio la sicurezza di Israele. Alla cerimonia di passaggio delle consegne, che si è svolta presso la residenza ufficiale di Peres, Netanyahu non ha parlato della politica del governo ma si è limitato a dire: "Dovremo rimboccarci le maniche e metterci al lavoro".
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