mercoledì 22 aprile 2009
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Un documento forse «non perfetto». Ma in ogni caso, quello approvato ieri a Gi­nevra, «rispetta i punti sostanziali dei diritti umani, apre la strada a continuare a ne­goziare in futuro su alcuni temi che, per la pri­ma volta, sono stati accettati universalmente». È il giudizio espresso ieri, ai microfoni della Ra­dio vaticana da monsignor Silvano Tomasi, os­servatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, dopo l’approvazione del documen­to Durban-2. E lo stesso presule, circa il fatto che il voto sia giunto subito all’indomani delle polemiche seguite all’intervento del Presiden­te dell’Iran Ahmadinejad, ha sottolineato come «la preoccupazione di tutti era di dare un segno chiaro che ci si deve orientare sulla sostanza del documento e lasciar cadere altre interpretazio­ni o altri eventi politici». Ancora sull’intervento del presidente iraniano, una nota della Sala Stampa vaticana, dopo la presa di distanze espressa dal suo direttore pa­dre Federico Lombardi già lunedì sera, era tor­nata ieri a sottolineare come per la Santa Sede «è da deplorare» il fatto che il «forum dell’Onu sul razzismo» sia utilizzato «per assumere po­sizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato». Un tale atteggiamento infatti «non contribuisce al dialogo e provoca una con­flittualità inaccettabile», quando invece «si trat­ta di valorizzare» l’«importante occasione» del forum «per dialogare insieme». Così, dopo aver appunto ricordato l’intervento “a caldo” di Lom­bardi, la nota rimanda alle parole pronunciate domenica dal Papa, che dopo il Regina Coeli a­veva espresso i propri «sinceri voti» affinché «i delegati presenti alla Conferenza di Ginevra la­vorino insieme, con spirito di dialogo e di ac­coglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, di discriminazione e intol­leranza, segnando così un passo fondamenta­le verso l’affermazione del valore universale del­la dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un o­rizzonte di rispetto e di giustizia per ogni per­sona e popolo». «Di conseguenza la Santa Sede – si legge anco­ra – deplora l’utilizzazione di questo forum del­l’Onu per assumere posizioni politiche, estre­miste e offensive, contro qualsiasi Stato. Ciò non contribuisce al dialogo e provoca una conflit­tualità inaccettabile. Si tratta, invece, di valo­rizzare tale importante occasione per dialoga­re insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l’intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, a­fro- discendenti, migranti, popolazioni indige­ne, eccetera, in ogni parte del mondo. La San­ta Sede, mentre rinnova l’appello del Papa, as­sicura che con tale spirito la sua Delegazione è presente e lavora alla Conferenza». Di «nuovo inaccettabile attacco a Israele», a pro­posito del discorso di Ahmadinejad, parla oggi anche L’Osservatore Romano, secondo il quale «le prospettive di ottenere indicazioni forti con­tro il razzismo dalla Conferenza a questo pun­to sembrano diminuire».
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