martedì 14 dicembre 2010
Morto a 69 anni per un infarto l'inviato in Afghanistan e Pakistan. Fu l'artefice della pace in Bosnia. Il dolore di Hillary Clinton e Obama. «Fermate la guerra» le sue ultime parole
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Richard Holbrooke, 69 anni, e' morto ieri sera a Washington dove era ricoverato in condizioni critiche dopo essere stato sottoposto sabato scorso a un delicato intervento chirurgico al cuore. Era stato ricoverato in ospedale la sera precedente dopo essersi sentito male sul lavoro: aveva un'occlusione all'aorta. L'ultima missione che gli era stata affidata era quella di inviato speciale di Barack Obama per l'Afghanistan e il Pakistan.Il presidente Usa si e' detto ''addolorato'' per la sua scomparsa, definendolo un ''gigante della politica estera americana''. Il segretario di stato Hillary Clinton ha ricordato Holbrooke, affermando che gli Stati Uniti hanno perso uno dei loro ''piu' fieri campioni''. Abile, diretto e fin troppo frontale per essere un diplomatico, Holbrooke era nato a New York il 24 aprile 1941, figlio di ebrei tedeschi sfuggiti alle persecuzioni in Germania negli anni Trenta.Nel maggio 1968 partecipò ai suoi primi negoziati, sul Vietnam, come assistente ai colloqui di pace di Parigi. Con la presidenza Carter divenne il più giovane sottosegretario Usa, incaricato degli affari del Pacifico e dell'Asia orientale. Fu Bill Clinton a richiamarlo in politica, nominandolo prima ambasciatore in Germania e, nel 1994, sottosegretario di Stato per gli affari europei e canadesi. In questo ruolo, nel 1995, gli venne affidata la mediazione in Bosnia. Paragonato al cardinale Mazarino e definito 'una forza della natura', Holbrooke costrinse il presidente Milosevic, a farsi garante della pace con gli accordi di Dayton del dicembre 1995.Nel 1996, dopo una parentesi nel mondo degli affari,Hoolbrooke tornò a fare il 'supermediatore', prima nella crisi cipriota e poi nella ex Jugoslavia, per il Kosovo. Dal 1999 al 2001 è stato ambasciatore degli Stati Uniti all'Onu. Nel 2004 partecipò come consigliere alla campagna elettorale del Senatore John Kerry. Considerato uno dei candidati alla carica di segretario distato dopo la vittoria di Barack Obama, nel 2009 fu invece nominato inviato speciale in Afghanistan e Pakistan.
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