giovedì 5 marzo 2009
Dopo il provvedimento del Tribunale internazionale a carico del presidente sudanese, Pechino chiede di non procedere. Anche la Lega araba si dice «preoccupata», insieme a Egitto, Yemen e Russia. Il leader ne approfitta e cavalca le folle durante una manifestazione: «I veri criminali? Usa e Ue». Cacciate dal Paese decine di Ong, tra cui Medici Senza Frontiere.
  • IL FATTO  I  IL PERSONAGGIO  I  IL COMMENTO di G. Albanese
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    La Cina ha espresso «rammarico e preoccupazione» per il mandato d'arresto contro il presidente del Sudan, Omar al-Beshir, emesso dalla Corte penale internazionale. Il portavoce del ministero degli Esteri, Qin Gang, ha chiesto al Consiglio di sicurezza ell'Onu di «accogliere gli appelli dell'Unione africana, della Lega araba e del Movimento dei non allineati e di chiedere al Tribunale di non procedere contro Beshir, per il momento». Oltre alla Cina, da sempre alleata del Sudan del cui petrolio è la principale acquirente, sono immediatamente arrivate proteste da grandi Paesi arabi come l'Egitto e lo Yemen, dalla Conferenza islamica e dalla Lega araba. Anche il Cairo, come Pechino, chiederà la sospensione del mandato al Consiglio di sicurezza. La Lega araba, per bocca del portavoce Amr Moussa, ha espresso «preoccupazione per la stabilità del Darfur». La Russia parla di «decisione intempestiva». A difesa di Bashir si è levata anche la voce del presidente del'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il nicaraguense Miguel D'Escoto Brockmann che ha definito il mandato di arresto "un'assurdità dettata da motivazioni politiche". E Bashir cavalca le folle: «I veri criminali sono Usa e Ue». Intanto Omar Bashir sfida gli Stati Uniti e i Paesi europei e li accusa di essere i "veri criminali". All'indomani della richiesta di arresto per i crimini in Darfur emessa dal tribunale dell'Aja, il presidente sudanese si è unito a una manifestazione popolare di protesta contro il mandato di cattura emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale. "I veri criminali sono i leader di Stati Uniti e dei Paesi europei", ha dichiarato Bashir - incriminato per aver ordinato una campagna di sterminio, stupro e saccheggio in Darfur - alle cinquemila persone sono radunate in piazza dei Martiri, a Khartoum, per dimostrargli il proprio sostegno. "A Ocampo e agli ebrei diciamo: siamo stati addestrati ad affrontare gente come voi" ha risposto la folla. Agitando il suo bastone, Bashir ha rinfacciato agli Stati Uniti ciò che hanno fatto "ai nativi americani, a Hiroshima e in Vietnam". "Per vent'anni abbiamo subito la pressione dei neo-colonialisti e i loro strumenti come la Corte internazionale, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il Fondo monetario" ha aggiunto. Alla folla ha chiesto di creare un "fronte comune" contro i "nuovi colonialisti". "A nome di tutti voi" ha detto, "chiedo di respingere qualunque umiliazione ed egemonia. Coloro i quali hanno emesso l'ordine di arresto non hanno lo spessore morale per prendere queste decisioni o adottare questi mezzi, perché sono responsabili delle umiliazioni e dei saccheggi delle ricchezze del popolo".Fuori dal Paese Ong e Medici Senza Frontiere. Il governo di Khartoum ha deciso di cacciare una decina di Ong e potrebbe allontanarne altre accusate di aver collaborato con il Tribunale. Tra queste Medici Senza Frontiere che dovrà far partire tutti gli operatori umanitari internazionali da un certo numero di progetti nel Darfur meridionale e occidentale. Il tutto in un momento in cui casi di meningite sono stati confermati a Niertiti e nel campo di Kalma, dove ci sono circa 90mila sfollati.
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