mercoledì 30 dicembre 2009
Duplice attentato nel terzo anniversario dell'impiccagione di Saddam Hussein. Al momento non è stata avanzata alcuna rivendicazione, ma l'attacco ha tutte le caratteristiche del modus operandi di al-Qaeda: una prima autobomba è esplosa nel centro della città, non lontano dalla sede del governatorato provinciale. Venti mintui dopo il secondo kamikaze, mentre il governatore della provincia, Qassim Mohammed, stava ispezionando il luogo.
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A Ramadi, capoluogo della provincia irachena di al Anbar, a grande maggioranza sunnita, almeno 23 persone sono state uccise e una cinquantina di altre ferite con un duplice attentato messo a segno oggi, terzo anniversario dell'impiccagione di Saddam Hussein. Al momento non è stata avanzata alcuna rivendicazione, ma l'attacco ha tutte le caratteristiche del modus operandi di al-Qaeda: una prima autobomba condotta da un kamikaze è esplosa nel centro della città, non lontano dalla sede del governatorato provinciale, causando un numero imprecisato di vittime.Una ventina di minuti dopo, mentre il governatore della provincia, Qassim Mohammed, stava ispezionando il luogo assieme ad alcuni suoi collaboratori, un secondo attentatore suicida, questa volta a piedi, ha fatto saltare in aria il corpetto esplosivo che indossava, completando la strage. In un primo momento sembrava che il governatore stesso, probabilmente vittima designata del duplice attentato, fosse trai morti. Poi alcuni alti funzionari hanno precisato che Qassim è sopravvissuto, anche se è stato gravemente ferito ed è stato quindi trasportato in ospedale.La provincia di al Anbar, la più vasta dell'Iraq, era diventata dopo la caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 la più violenta di tutto l'Iraq. Veniva costantemente definita come la maggiore roccaforte di al Qaida e degli insorti nostalgici del disciolto partito Baath, cuore del famigerato "triangolo sunnita". Nel 2006 però le cose sono andate progressivamente cambiando, quando molti degli insorti si sono coalizzati contro lo strapotere dei terroristi, dando vita ai cosiddetti Comitati del Risveglio (Sahwa). Nel giro di qualche mese, i Sahwa si sono schierati al fianco delle forze governative e americane, ricevendo finanziamenti e armi e la provincia era diventata da tempo una delle più stabili dell'Iraq.
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