sabato 1 agosto 2009
Si è aperto stamane alla Corte di Teheran il processo contro un centinaio di manifestanti anti-Ahmadinejad arrestati durante le proteste per le elezioni del 12 giugno. Intanto è giallo sulla sorte di tre turisti americani fermati dalle autorità iraniane dopo aver sconfinato dall'Iraq durante un'escursione.
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Si è aperto stamane alla Corte di Teheran il processo contro un gruppo di manifestanti anti-Ahmadinejad arrestati durante le proteste per le elezioni del 12 giugno. Secondo l'agenzia Fars si tratterebbe di 100 persone sotto accusa tra le quali importanti nomi di riformisti e sostenitori di Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi come Behzad Nabavi, uno dei leader dell'organizzazione della repubblica islamica dei Mujahedeen ed ex speaker del Parlamento e Abdollah Ramezanzadeh, ex portavoce di Khatami. Tra i capi di accusa quello di aver alterato l'ordine pubblico, di aver commesso atti di vandalismo, di aver portato abusivamente armi da fuoco e di aver inviato le immagini delle manifestazioni a "mezzi di comunicazione ostili".Tre turisti americani arrestati al confine con l'Iraq. Intanto è giallo sulla sorte di tre turisti americani fermati dalle autorità iraniane dopo aver sconfinato dall'Iraq durante un'escursione. La notizia è stata diffusa dalla Cnn, citando funzionari del Kurdistan iracheno, e precisando che facevano parte di un gruppo di quattro persone, due delle quali studenti in Siria. Il gruppo, in viaggio dalla Siria alla Turchia e poi nel Kurdistan iracheno, era arrivato a Irbil martedì scorso, ha spiegato Peshrow Ahmed, portavoce della sicurezza di Sulaimaniya, città dove erano arrivati giovedì scorso provenienti da Irbil. Dopo ilpernottamento all'hotel Nirwan, si legge, tre di loro avevano proseguito ieri mattina in taxi verso Ahmed Awa, al confine tra Iraq e Iran. Il quarto del gruppo non era andato perchè ammalato, ma si teneva in contatto telefonico con gli amici. Secondo Peshrow Ahmed, nell'ultima telefonata i tre americani avrebbero detto di essere"circondati da soldati iraniani". Al riguardo, riferisce la Cnn, il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Robert Wood, ha precisato che l'ambasciata americana "è informata" e sta verificando le notizie ricevute.
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