sabato 26 settembre 2009
Annunciata l'entrata in funzione della seconda centrale nucleare: «Contro di noi complotto preordinato». Il regime disponibile a fissare una data per le ispezioni. Dopo l'ultimatum dal G20, oggi nuovo monito del presidente Usa. Israele: «Risposta non equivoca».
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Non si placa lo scontro tra la comunità internazionale e l'Iran sui progetti nucleari della Repubblica islamica. Il presidente americano Barack Obama, nel suo consueto intervento settimanale, torna a parlare del programma nucleare iraniano un giorno dopo l'annuncio della costruzione di un secondo sito per l'arricchimento dell'uranio, nascosto a lungo da Teheran. Per il presidente Usa, infatti, l'Iran deve provare le intenzioni pacifiche del proprio piano per non subire ulteriori pressioni e un più duro isolamento da parte della comunità internazionale. Ma la risposta di Teheran non si fa attendere. ll capo dell'Organizzazione iraniana per l'energia atomica, Ali Akbar Salehi, ha denunciato oggi come «un complotto preordinato» il coro di condanne arrivato da vari Paesi occidentali. «'La mia offerta di un dialogo serio e significativo per risolvere la questione resta aperta - ha detto il presidente Usa nel consueto discorso del sabato alla nazione - Ma Teheran deve cooperare completamente con l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e dimostrare, con i fatti, i propri scopi pacifici».Iran. Una disponibilità che sembra per ora dimostrata dal governo iraniano, che ha annunciato di essere disponibile a fissare una data con l'Aiea per una visita degli ispettori Onu. Dietro gli attacchi internazionali, secondo Teheran, c'è però un piano politico. «Abbiamo reso nota l'esistenza di questo sito nei tempi previsti dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica e perciò siamo sorpresi di tutto questo baccano», ha sottolineato Salehi.Ma gli Usa hanno fatto sapere che già da tempo i suoi servizi segreti e quelli di altri Paesi occidentali erano a conoscenza dell'impianto e che Teheran, sapendo di essere stata scoperta, avrebbe deciso di renderlo di dominio pubblico per prima per cercare di dimostrare la propria buona fede. Dalle autorità iraniane arriva anche la notizia che l'impianto sarà «presto operativo»: lo ha affermato Mohammad Mohammadi-Golpayegani, portavoce e capo dell'ufficio personale dell'ayatollah Ali Khamenei, Suprema Guida Spirituale della Rivoluzione Islamica e massima figura anche istituzionale del regime di Teheran. Israele. Cresce però l'allarme nella comunità internazionale. Per il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, la questione necessita di «una risposta senza equivoci» da parte delle grandi potenze mondiali durante la riunione del primo ottobre con il gruppo del 5+1. Ban Ki-moon. «Grave preoccupazione» è stata espressa dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Ieri da Pittsburgh, dove erano riuniti per il vertice G20, il presidente Usa Barack Obama insieme a quello francese Nicolas Sarkozy e al premier britannico Gordon Brown hanno chiesto una «immediata ispezione» nel complesso da parte dei tecnici dell'Aiea, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica.
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