venerdì 6 febbraio 2015
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Violenze contro i cristiani e attacchi alle chiese, in India qualcosa si muove. Il Ministro dell'Interno indiano, Rajnath Singh, ha ordinato oggi l’avvio di una inchiesta della polizia di Delhi per indagare sugli attacchi alle chiese cattoliche avvenuti negli ultimi due mesi, a partire dalla profanazione della chiesa di Santa Alfonsa, nel Sud della capitale Delhi. Come appreso dall’Agenzia Fides, la decisione è stata comunicata dal Ministro ad un gruppo di leader cristiani ricevuti dopo la manifestazione organizzata dai cristiani ieri, 5 febbraio, a Delhi, per protestare contro l’immobilismo del governo. Durante la protesta in strada, del tutto pacifica, la polizia ha impedito ai manifestanti di procedere verso la sede del Ministero, perché “non autorizzati”. Donne, suore, uomini e sacerdoti che chiedevano protezione per le comunità cristiane sono stati fermati, spintonati e costretti a risalire sugli autobus. La delegazione ricevuta dal Ministro includeva leader come don Sebastian Susai, Vicario Generale dell’arcidiocesi di Delhi, e John Dayal, membro della Commissione nazionale per le minoranze, altri avvocati e rappresentanti cattolici. Come riferito a Fides, il Ministro Rajnath Singh ha respinto le accuse di “complicità e indifferenza della polizia”, ribadendo che “il governo non discrimina sulla base di religione, casta o comunità”. I delegati hanno detto di avere “perso la fiducia nella polizia”, dato che “i crimini di odio e profanazione di luoghi sacri sono finora impuniti”. L'ultimo incidente che ha scosso la comunità è stato la profanazione dell’Eucaristia, compiuta da ignoti, che hanno fatto irruzione nella chiesa di Sant’Alfonsa. Non è stato rubato nulla e dunque, secondo il parroco, “è stato un gesto che voleva unicamente ferire i sentimenti della comunità”. La delegazione ha consegnato al Primo Ministro un Memorandum che racconta nel dettaglio i cinque attacchi alle chiese cattoliche e riporta i dati dell’ondata di violenza sui cristiani nell’ultimo anno. “Anche in altre parti del paese la violenza mirata comune continua, con una sua feroce campagna di odio, grazie alla complicità della polizia e all'impunità garantita dallo Stato” afferma il testo del Memorandum. “Gran parte delle violenze ha avuto luogo dopo che il nuovo governo, guidato dal Primo Ministro Narendra Modi, è salito al potere, a maggio 2014. La violenza ha raggiunto un picco tra agosto e ottobre, con 56 casi, ed è proseguita nel 2015”. Il documento ricorda che “la Costituzione indiana è il libro sacro della democrazia. E’ una stella polare per la trasformazione socio-economica di un’India che ha celebrato il pluralismo, la tolleranza e l’armonia”. Si chiede, quindi, al governo di prendere misure urgenti di tutela per mettere fine alla violenza intercomunitaria e “una squadra investigativa speciale” per indagare sui cinque attacchi di Delhi.
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