domenica 2 luglio 2023
Finti arti per falsi invalidi ed espatri illegali: gli 007 del Cremlino vendono la possibilità di sfuggire al fronte
L’arresto da parte della polizia ucraina alle porte di Odessa di un gruppo di infiltrati russi

L’arresto da parte della polizia ucraina alle porte di Odessa di un gruppo di infiltrati russi

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Dopo essere stati scoperti, dai retrobottega degli ambulanti di Odessa sono sparite le finte protesi agli arti vendute a caro prezzo per sottrarsi alla leva militare. Ma la guarnigione dei renitenti non è scomparsa. E ad alimentarla sono anche i servizi segreti russi, che hanno organizzato per tempo una rete per “arruolare” chi in prima linea non vuole andarci. All’inizio era poco più di un pettegolezzo raccolto con qualche soffiata.

Ma l’intelligence ucraina ha documentato in questi mesi i casi di temporaneamente invalidi, di inabili all’addestramento, di marinai a bordo di navi estere, di padri di famiglie numerose. Nessuno di questi in realtà rientrava davvero nelle categorie assolte dal reclutamento. Con il progredire del conflitto gli 007 di Kiev hanno dedicato specifiche sezioni di investigatori per scoprire chi sta lucrando sulla paura della guerra, scoprendo che per espatriare illegalmente si possono spendere anche 12mila dollari. La metà per un documento falso che consenta di restare nel Paese e sgattaiolare dai centri di addestramento. Non tutti hanno davvero voglia di tornare dal fronte malconci o non tornare da vivi. A Mosca lo sanno, e sanno come approfittarne. Non si tratta solo di un modo per fare soldi, ma è parte della guerra. Perché sempre più spesso vengono individuati “reclutatori” di renitenti alla leva in contatto con emissari dell’intelligence russa. Nella regione di Ivano-Frankivsk sono stati arrestati due residenti che avevano messo in piedi una rete compartimentata per consentire l’espatrio di chi, ricevendo la chiamata alle armi, cercava invece una via sicura per fare perdere le proprie tracce.

Uno dei due organizzatori, però, non è ucraino, ma un russo con regolare passaporto della Federazione. Rovistando tra i contatti dell’uomo, sono emersi collegamenti con la madrepatria molto più che sospetti. Lo stesso a Kiev, dove nelle settimane scorse è stato arrestato un altro cittadino russo che a buon mercato forniva documenti per facilitare viaggi all’estero di maschi maggiorenni. Per l’Sbu non è una coincidenza il fatto che l’uomo avesse preso casa a Kiev poco prima dell’invasione scattata il 24 febbraio 2022. Grazie a contatti con canali ucraini aveva ottenuto prima della guerra l’iscrizione nel registro degli avvocati e grazie alla sua professione ufficiale aveva poi avviato la filiera per sottrarre soldati alle forze di Kiev. «Il Servizio di sicurezza dell'Ucraina smaschera sistematicamente i canali di trasferimento illegale di cittadini in età di leva all'estero», si legge in una nota dell’intelligence.

Negli ultimi giorni sono stati arrestati 15 organizzatori del “traffico” dei recalcitranti al servizio militare. «Promettevano ai loro clienti di portarli all'estero sulla base di documenti falsi o aggirando i posti di blocco», spiega l’Sbu. Al momento non è possibile sapere in quanti stiano tentando di sottrarsi alla chiamata alle armi. Certo gli obiettori di coscienza in Ucraina non se la passano benissimo e non di rado devono affrontare i processi. « Ma almeno loro – dice un agente dell’Sbu incaricato delle relazioni esterne non si nascondono e rivendicano delle ragioni ideali. Noi non siamo d’accordo, ma per noi quello che conta è che non siano filorussi, al resto pensa la legge».

I guai maggiori arrivano dalla tecnologia, che è più difficile da tracciare di quanto non sia possibile con le persone. Nei giorni scorsi è stato scoperto un ponte informativo clandestino, operativo grazie all’informatica. Un'azienda informatica di Kiev aveva installato alcuni pacchetti di software per una agenzia governativa. Dall’interno, qualcuno aveva fornito le chiavi d’accesso all’archivio ad alcuni tecnici informatici che però non si trovano a Kiev, ma nei territori occupati del Donbass.

«Utilizzando l’accesso online, gli autori del reato avevano pianificato di organizzare “fughe” regolari di informazioni». Una volta individuata la falla, i cyberpoliziotti hanno lasciato fare, per cercare di capire a quali informazioni fossero interessati gli informatici del Donbass: «Gli agenti dell'Sbu hanno stabilito che il nemico - fanno sapere da Kiev - era interessato soprattutto alle informazioni sulle conseguenze degli attacchi aerei russi sulle infrastrutture energetiche».

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