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Se per Papa Francesco Haiti era «un Paese amato segnato dalla violenza», da ricordare continuamente e a cui rivolgere sempre pensieri e azioni, per Papa Leone XIV l’isola caraibica è un pezzo di storia personale, nonché una porzione di sangue famigliare. Dietro a questo legame c'è una vicenda affascinante che porta generazioni indietro nell'albero genealogico dei Prevost.
Il primo a indagare tra gli antenati del Papa è stato un genealogista della New Orleans Collection, Jari C. Honora, poche ore dopo la fumata bianca. È stato lui a scoprire la radice haitiana e, ancora di più, afro-discendente. In una manciata di ore, Prevost è diventato non solo il primo Papa americano, ma anche un Papa con certificati antenati creoli.
Nelle settimane successive, diverse ricerche hanno permesso di ampliare le informazioni e di inserire la storia famigliare di Prevost in un contesto più ampio, collettivo, che riporta alla Haiti e agli Stati Uniti di fine Ottocento. Altri studiosi, poi, sono riusciti a risalire il suo albero genealogico fino alla 15esima generazione, mettendo in luce legami e connessioni decisamente sorprendenti, tutte raccontate in questo lungo articolo del New York Times. Ci torniamo tra un attimo.
Il nonno del Papa nato ad Haiti
Il legame di Prevost con Haiti passa per il nonno materno, Joseph Norval Martinez: l'uomo nacque nell'isola caraibica nel 1864. Questa affermazione è stata oggetto di uno studio approfondito e di numerosi documenti consultati, a volte anche contradditori tra loro. Uno di questi, ad esempio, indica la Louisiana come stato di nascita di Martinez, un altro lo colloca in Repubblica Dominicana, ma diversi altri censimenti considerati fortemente attendibili e il certificato di matrimonio confermano la sua origine haitiana.
Il territorio statunitense della Lousiana, però, è un pezzo fondamentale di questa storia: i genitori di Martinez, ovvero i bisnonni di Prevost, prima della nascita dei figli vivevano come modesti proprietari terrieri proprio in Lousiana, a New Orleans. Si trasferirono ad Haiti poco prima della nascita di Joseph Norval e lasciarono l’isola poco dopo, tornando in Lousiana. Il nonno del Papa, quindi, nacque effettivamente ad Haiti, ma ci visse solo per un paio di anni.
Come scrive il The Conversation in questo articolo della studiosa Chelsea Stieber, «solo perché il nonno di Leone XIV era nato ad Haiti, non significa che fosse solo haitiano». La sua storia si inserisce in un più ampio contesto: quello della comunità creola, degli afro-discendenti americani, e del particolare rapporto di Haiti con gli stati meridionali degli Usa in quell'epoca.
La famiglia Martinez era infatti una famiglia di creoli. La definizione che si dà a questa parola è cambiata nel corso del tempo: tradizionalmente, creole sono le persone nate nelle Americhe ma da una discendenza europea; comunemente, però, la parola indica oggi persone nere o mulatte di provenienza etnica mista. Alla fine dell’Ottocento, la parola aveva un ulteriore significato, come spiega ancora Chelsea Stieber: a New Orleans, indicava la “gente di colore libera”, cioè una classe sociale che si inseriva al centro di una gerarchizzazione che aveva per estremi gli schiavi e i bianchi. Le persone libere di discendenza africana potevano essere state precedentemente schiavizzate, oppure no; potevano essere persone nate nel continente africano o con famiglie americane ma estese e miste. Generalmente, i creoli liberi erano di religione cattolica e parlavano francese. Erano quota significativa di uno stato considerato una delle prime realtà di melting pot dell'epoca.
Come mai, a un certo punto, i bisnonni di Robert Prevost decisero di trasferirsi ad Haiti?
Anche questa risposta lega a un contesto più ampio e accomuna la storia famigliare di Prevost a quella di tanti conterranei. Nella seconda metà dell’Ottocento, gli Stati Uniti stavano per entrare in quella che sarebbe poi diventata la guerra civile americana che portò all’abolizione della schiavitù nel 1865. Un periodo di liberazione, ma sanguinario. Gli anni che la precedettero furono particolarmente difficili per le persone non bianche negli Stati Uniti. È molto probabile, quindi, che i bisnonni di Prevost emigrarono dalla Louisiana per allontanarsi da restrizioni legali, repressione e violenza che aumentarono in quegli anni verso le persone mulatte o nere. Due erano le mete all’epoca: il Messico o Haiti.
Lo stato caraibico, da parte sua, era comunemente visto come uno stato sicuro per le persone nere: dal 1804 aveva ottenuto la sua indipendenza, diventando la prima repubblica nera della storia. Gli stessi governi haitiani in quel periodo stavano incentivando l’immigrazione nell’isola di persone afro-discendenti, soprattutto con l’obiettivo di reclutare braccianti agricoli ma tenendo le porte aperte anche per lavoratori più qualificati. Si può quindi ipotizzare che i bisnonni di Prevost partirono per Haiti in cerca di una possibilità di vita differente. Non si conoscono nemmeno i motivi che li spinsero a tornare negli Stati Uniti pochi anni dopo. Certamente, la Lousiana in cui tornarono era diversa da quella lasciata: la schiavitù era stata abolita e le persone nere si trovavano in prima linea nella lotta per i diritti civili.
Torniamo a Josephh Norval, il nonno del Papa. Dopo i primissimi anni di vita ad Haiti, visse a New Orleans lavorando nell’ambito dei sigari. Lì conobbe la moglie, si sposò ed ebbe sei figlie. La famiglia rimase in Lousiana fino al 1910, poi partì per Chicago, dove nacque Mildred, la mamma di Papa Prevost.
In un’intervista rilasciata pochi giorni dopo l’elezione di Leone XIV, suo fratello John Prevost ha detto di sapere delle origini haitiane del nonno, ma ha anche specificato che la connessione con gli antenati neri e afro-discendenti non è stato un tema di cui si è parlato spesso in famiglia. Però, ha aggiunto, «parte del lavoro di mio fratello sarà tenere insieme tutta la comunità cattolica, e così ha già iniziato». Il riferimento era alle discussioni pubbliche nate tra gli studiosi proprio sulle origini anche afro-discendenti della famiglia del Papa.
Altre particolarità: tra gli antenati del Papa ci sono schiavi, schiavisti e combattenti per la libertà dei popoli
«Siamo tutti distanti solo pochi gradi l'uno dall'altro», ha detto il genealogista Jari C. Honora, commentando le scoperte sugli antenati del Papa. In effetti, la radice haitiana è solo una delle tante linee etniche che si mescolano nel suo albero genealogico.
Lo racconta il lavoro del New York Times che è riuscito a ricostruire fino a quindici generazioni di antenati del Papa: il ramo paterno vede diverse generazioni di italiani, siciliani, poi emigrati in America. Quello materno vede afro-discendenti, emigrati a Cuba, famigliari di lontane origini francesi e spagnole. Tra loro ci sono anche alcuni nomi più conosciuti di altri, come quello Antonio Jose de Sucre: l’uomo ebbe un ruolo importante nella sconfitta del colonialismo spagnolo in America Latina e fu in seguito il primo presidente eletto della Bolivia. Allo stesso tempo, nella genealogia papale ci sono appartenenti all’esercito spagnolo. Così come tra gli antenati ci sono sia schiavi (diverse quarte e quinte bisnonne erano schiave liberate, come hanno certificato documenti ritrovati consultati dal New York Times) che schiavisti, con proprietà di 3, 5, 10 schiavi.
Tutti gli studiosi concordano su un fatto: le radici famigliari di Prevost raccontano di un’America reale, toccano questioni spinose della società statunitense e riflettono le tante diversità dell’esperienza americana. E anche haitiana.
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