lunedì 26 giugno 2023
Il premier conservatore, al voto bis a un mese dal precedente, con Nea Dimokratia diventa il padrone assoluto: in Parlamento ha il 40,52% e 158 seggi su 300. Syriza crolla al 17
Kyriakos Mitsotakis ringrazia gli elettori

Kyriakos Mitsotakis ringrazia gli elettori - Ansa

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Il premier uscente, Kyriakos Mitsotakis bissa il successo del mese scorso e la Grecia si ritrova con un governo monocolore e il Parlamento più a destra di sempre, segno che il naufragio di migranti al largo di Pylos non ha minimamente inciso sulle preferenze al momento del voto.

I risultati delle elezioni di domenica fa parlano chiaro. La principale forza dell’opposizione, il partito di sinistra Syzira, guidato dall’ex premier, Alexis Tsipras, si ferma a un deludente 17,84% e riesce a conquistare solo uno dei 59 distretti elettorali in cui è divisa l’Ellade. L’ex golden boy della politica greca ha potuto solo dire che prendeva atto del risultato e che si impegnerà in quattro anni di opposizione che, visti i numeri, rischiano di diventare otto.


Clima totalmente diverso in Nea Dimokratia, dove si respira aria di trionfo. Il partito conservatore ha preso il 40,55% dei voti, conquistando 158 seggi. Questo significa che il premier Mitsotakis potrà governare da solo, senza dover stringere alleanze con altri partiti. Anche perché, i suoi potenziali compagni di viaggio, sono davvero poco raccomandabili. Il Parlamento che esce da queste consultazioni, infatti, è quello più a destra di sempre. In un Paese che aveva archiviato il capitolo Alba Dorata, il partito neonazista sciolto dopo essere stato dichiarato organizzazione criminale, entrano nel Parlamento tre formazioni che quando a xenofobia e disprezzo verso l’Europa non sono certo da meno. La vera sorpresa si chiama Partito degli Spartani, che non si era presentato alle consultazioni dello scorso 21 maggio e che è riuscito ad arrivare a ben il 4,7% e 13 deputati grazie all’appoggio di Ilias Kasiadiaris, attualmente in prigione ex membro di punta proprio di Alba Dorata. Le brutte notizie non sono finite. Alla Vouli ton Ellenon sono entrate altre due formazioni che con posizioni moderate hanno poco a che vedere. La prima è Soluzione greca, che ha raccolto il 4,4% dei consensi. La seconda è Niki, un partito fondato da un teologo di ispirazione filorussa e che, seppur per poco, entra in Parlamento con il 3,6% dei consensi. In tutto, l’estrema destra ha totalizzato il 12,7% delle preferenze. A trainare questo consenso c’è soprattutto l’odio verso i migranti e un sentimento di insofferenza verso l’Unione Europea a favore di una maggiore sovranità del Paese.

Dall’altra parte, a parte il tonfo di Tsipras, va segnalata la buona affermazione sia del Partito socialista Pasok, con un convincente l'11,96% dei voti e 32 scranni e i comunisti del Kke, con il 7,61% delle preferenze e 20 parlamentari. La brutta notizia è che le tre formazioni che vanno dal centro all’estrema sinistra, hanno programmi molto diversi fra loro e soprattutto, anche se dovessero riuscire a trovare un accordo, cosa per molti analisti praticamente impossibile, con i numeri che ha Nea Dimokratia, il premier Mitsotakis può fare letteralmente quello che vuole.

La palma del grande escluso va senza dubbio all’ex ministro delle Finanze, Yannis Varoufakis, il suo movimento politico MeRA25 è sotto il 3% e quindi fuori dal parlamento.

Il neo rieletto premier questa mattina ha già incontrato la presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou, dichiarando che ha accettato il mandato “con grande onore”. «Il popolo greco – ha dichiarato Mitsotakis – ha il diritto a un futuro migliore. Abbiamo un mandato forte per portare avanti grandi cambiamenti e riforme». E, sull’avanzata dell’estrema destra, ha aggiunto: «Queste elezioni hanno riservato alcune sorprese, ma la nostra democrazia è matura a sufficienza per gestire qualsiasi fenomeno temporaneo».


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