venerdì 22 marzo 2024
Oltre due miliardi di esseri umani privi di accesso all'acqua potabile. Ma solidarietà e tecnologia solare proposte da due Ong italiane, Lvia e Cefa, stanno migliorando la vita delle comunità africane
L'acqua in Africa grazie all'impegno degli italiani

L'acqua in Africa grazie all'impegno degli italiani - Lvia

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Due miliardi e 200 milioni di esseri umani secondo diversi organismi Onu non hanno accesso all'acqua potabile mentre tre miliardi sono privi di servizi igienici. Una colossale ingiustizia che provoca problemi sanitari e di malnutrizione specialmente nell'età infantile rendendo precaria la vita alle comunità e provocando esodi. E provoca conflitti locali e internazionali spesso dimenticati per il possesso della risorsa idrica che mutamenti climatici, aggressioni ambientali e sprechi rendono sempre più inquinata e rara. In altre parole è l'oro blu del pianeta il cui possesso è un privilegio. Ce lo ricorda la Giornata Mondiale dell’Acqua delle Nazioni Unite di venerdì 22 marzo, in occasione della quale due Ong italiane di ispirazione cristiana per sensibilizzare l'opinione pubblica propongono progetti e raccontano le storie di chi, in diversi Paesi africani, grazie alla solidarietà ha trovato con l'acqua un'occasione di riscatto.

La borraccia dell’Africa dell'Lvia da riempire con scuole e imprese

Lvia di Cuneo si candida a diventare la borraccia dell’Africa, con iniziative e progetti per lenire il più possibile la piaga della sete. Nata nel 1966 e da allora impegnata in diversi Paesi dell'Africa, alimenta la Campagna Acqua è Vita in molti villaggi africani. Nell'ultimo decennio Lvia ha consentito l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici a un milione di persone con interventi per un valore di 10 milioni di euro per creare acquedotti, impianti di raccolta dell'acqua e di irrigazione, scavare pozzi. Questo ha migliorato sia le condizioni delle famiglie, sia delle istituzioni comunitarie come scuole, ambulatori, ospedali.

Una fontana accanto a un villaggio

Una fontana accanto a un villaggio - Lvia

L'accesso all'acqua include infatti diversi aspetti importanti della vita delle comunità, dal sostegno all’agricoltura familiare alla diffusione dell’energia solare, dall’introduzione di pratiche innovative di economia circolare a processi partecipativi di gestione del territorio di fronte al cambiamento climatico.

Alla Campagna Acqua è Vita hanno partecipato molti gruppi e molte persone in tutta Italia e moltissime scuole. Quest'anno la Lvia rilancia l'impegno di garantire nei prossimi 5 anni l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici a 500.000 persone. E propone una collaborazione anche al mondo delle imprese che si impegnano nel contenimento del proprio impatto ambientale. Lvia riconoscerà Certificati Idrici alle aziende che sosterranno questo impegno. Questi documenti potranno essere usati dalle imprese nei propri bilanci di sostenibilità per dimostrare l’impegno a migliorare le condizioni del pianeta.

«Oggi molte imprese sono attente al tema della sostenibilità e cercano opportunità per offrire il proprio contributo. Una collaborazione a ridurre una disuguaglianza così scandalosa come quella dell’accesso all’acqua e ai servizi igienici può essere una modalità virtuosa per tradurre quella sensibilità in azione concreta nella prospettiva della Agenda 2030 - spiega Riccardo Moro, Segretario Generale di Lvia - e come organizzazioni della società civile siamo particolarmente attenti a costruire ponti non solo con le istituzioni ma anche con il settore privato per costruire partnership che contribuiscano a realizzare un mondo più giusto e sostenibile».

Il bicchiere mezzo pieno del Cefa

Da oltre 50 anni l'ong bolognese fondata da Giovanni Bersani promuove progetti nelle aree più depresse dell'Africa al centro dei mutamenti climatici come la Somalia, l'Etiopia e alcune aree di Kenya e Tanzania in Africa orientale e poi, nel Nordafrica, in Tunisia. Acqua e tecnologie green sono un mix vincente. «In particolare in Somalia - spiega il responsabile progettazione di Cefa in Africa orientale Luciano Centonze -nella regione settentrionale del Puntland, sono stati scavati pozzi negli insediamenti di sfollati climatici e in alcuni villaggi. E abbiamo costruite pompe a energia solare che hanno consentito di trovare l'acqua e utilizzarla per l'irrigazione in zone desertiche dove le popolazioni si erano date al nomadismo e stanno ritrovando con l'agricoltura un reddito».

Realizzare progetti in uno stato tra i più poveri e corrotti del globo, sul fronte dei mutamenti climatici e affetto da 30 anni di guerra civile è particolarmente complesso. Ancor più a Jowhar, nel sud, dove Cefa sta completando la riabilitazione dei vecchi canali costruiti dai coloniali italiani nell'ex Villaggio Duca degli Abruzzi.

Canne per bagnare i campi in Etiopia

Canne per bagnare i campi in Etiopia - Cefa

A pochi km c'è il villaggio di Moyko, esempio di come la costruzione di bagni e servizi igienici nella scuola possa cambiare radicalmente la vita degli studenti e dell’intero villaggio, riducendo la dispersione scolastica e diminuendo la diffusione di malattie. Trent'anni fa a scuol era frequentata da meno di 150 studenti. L’istituto contava 4 bagni senza accesso all’acqua pulita e la scarsa igiene causava la diffusione di malattie come il colera e assenteismo. Cefa a gennaio 2023 ha costruito bagni e pozzi alimentati a energia solare che hanno contribuito ad aumentare il numero di studenti iscritti, da 150 a 215 in due mesi. Oggi la scuola conta 115 ragazze e 100 ragazzi che vivono in un ambiente pulito e igienico.

Nella regione del Wolayta, nel sud dell’Etiopia, l'acqua arriva dal sole. Grazie infatti alle nuove pompe ad energia solare, 15 cooperative stanno trasformando radicalmente nell’irrigazione dei loro campi dove coltivano avocado, mango, zucca e kasava. Le pompe ad energia solare rappresentano un’innovazione sostenibile, ad impatto zero, senza costi energetici e facilmente installabili con il supporto locale per la sostituzione dei pezzi. In questo modo, le cooperative possono abbandonare le costose pompe a diesel, superando la fatica dei trasporti manuali dell’acqua dal fiume. Negli ultimi mesi infatti, l’inflazione ha duramente colpito l’economia etiope, portando i costi del carburante alle stelle Oggi, oltre alle 15 cooperative iniziali, che contano 450 persone, si prevede l’espansione di questo intervento ad altri 10 gruppi cooperativi. L'acqua e l'energia solare miglioreranno la resa dei raccolti, e la qualità della vita delle persone coinvolte. Solidarietà, tecnologia italiana e innovazione, stavolta un messaggio di speranza a chi non ha accesso all'acqua arriva dal Corno d'Africa.

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