giovedì 24 agosto 2023
La Cina ha annunciato la sospensione "totale" delle importazioni di prodotti ittici dal Giappone in risposta all'inizio dello scarico nell'Oceano Pacifico delle acque reflue radioattive
Fukushima, iniziato lo sversamento tra polemiche internazionali
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Tra polemiche interne e internazionali, il Giappone ha iniziato a rilasciare le acque provenienti dai tre reattori fusi durante lo tsunami del marzo 2011 e raccolte in 1.066 contenitori che occupano ormai più del 30% dell’intera superficie della centrale nucleare di Fukushima Daichi.Sversando al massimo 500.000 litri al giorno, l’operazione durerà tra i 30 e i 40 anni. Nonostante associazioni ambientaliste e antinucleari abbiano chiesto ripetutamente al governo di trovare una soluzione alternativa, organismi internazionali oceanografici, laboratori radiometrici e la AIEA hanno rassicurato che se l’operazione di sversamento verrà effettuata secondo le regole, le 1,34 milioni di tonnellate di acqua contaminata che saranno immesse nell’oceano non danneggeranno l’ecosistema. L’eliminazione del trizio, oltre ad essere un processo molto costoso, è chimicamente molto difficile da ottenere per l’affinità chimica dell’isotopo con l’elemento madre, l’idrogeno.

Inoltre, lo spazio all’interno del sito della centrale è così costipato che non può obiettivamente ospitare altri tank.Le cooperative dei pescatori, se da una parte cercano di rassicurare i consumatori che i prodotti di Fukushima sono tra i più controllati al mondo e che non hanno livelli di contaminazione superiori a quelli pescati in altre zone del Giappone, temono un danno per la propria reputazione simile a quello subito dagli agricoltori subito dopo l’incidente nucleare.“Non è solo una preoccupazione economica, ma soprattutto sociale” mi dice Usui Takhiro, uno studente di sociologia che sta concludendo una ricerca sulle comunità toccate dall’incidente nucleare dell’11 marzo 2011. “Le attività lavorative nelle piccole collettività come quelle dei ©Piergiorgio Pescali Pagina 3villaggi pescherecci e agricoli attorno alla centrale, servono anche da collante sociale e come simbolo di rinascita dopo la diaspora dovuta alla tripla distruzione del 2011.

”È proprio questo orgoglio, questa voglia di ritrovare le proprie radiciculturali da parte della cittadinanza, il maggiore ostacolo che incontra il governo nel gestire la crisi di Fukushima.“In effetti, se guardiamo i dati scientifici e i livelli di radioattività oggi presenti nel terreno, i danni diretti dell’incidente sono decisamenteinferiori a quelli ipotizzati all’indomani dal disastro” ammette WakanaIkeda, una delle residenti di Futaba e antinuclearista che nel 2011 ha dovuto abbandonare la propria casa per spostarsi in uno dei prefabbricati costruiti dal governo.

In sede internazionale, Tokyo ha incassato il beneplacito della presidenza della Corea del Sud, ma non delle opposizioni sudcoreane; una decina di persone ieri hanno tentato di entrare nell’ambasciata giapponese di Seoul per protestare contro lo sversamento. Anche la Cina continua ad opporsi fermamente a quello che ha definito essere "un atto estremamente egoista e irresponsabile in spregio all'interesse pubblico globale."Pechino ha annunciato il bando a tutti i prodotti ittici giapponesi, mentre Hong Kong e Macao, territori ad amministrazione speciale, hanno limitato il bando agli alimenti marini provenienti da nove prefetture del Giappone.Da tempo Fukushima è entrata a far parte dello scontro politico tar Pechino e Tokyo e con l’aggravarsi delle tensioni nel Mar cinese meridionale anche lo sversamento delle acque triziate è diventato oggetto di contesa internazionale

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