martedì 25 maggio 2010
È di almeno 27 morti e 211 arresti il bilancio degli scontri a Kingston, in Giamaica, tra forze dell'ordine e trafficanti. La capitale è in stato d'emergenza; l'esercito e la polizia sono entrati nel quartiere della città dove si troverebbe il narcotrafficante Christopher Dudus Coke, del quale gli Usa hanno chiesto l'estradizione, e che viene difeso armi alla mano dalle gang da lui controllate.
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È di almeno 27 morti e 211 arresti il bilancio degli scontri a Kingston, in Giamaica, tra forze dell'ordine e trafficanti. Lo annuncia la polizia.In una Kingston in stato d'emergenza, è caccia all'uomo: l'esercito e la polizia giamaicana sono entrati nel quartiere della città dove con ogni probabilità si trova il narcotrafficante Christopher Dudus Coke, del quale gli Usa hanno chiesto l'estradizione e che fin da questo fine settimana viene difeso armi alla mano dalle gang da lui controllate.L'operazione per prendere Coke è stata lanciata lunedì pomeriggio dalle forze della sicurezza, che sono entrate a Tivoli Gardens, il quartiere-bastione di Coke. "Un consistente contingente di soldati e polizia" si trova nell'area, da dove si sentono "forti esplosioni", hanno detto diversi testimoni. Alcuni di loro hanno riferito di aver visto corpi per strada e di aver udito sparatorie.I disordini erano iniziati nel fine settimana, e avevano portato alla morte di un civile e due poliziotti, dopo l'ordine dato dal governo di arrestare Coke, nascosto da qualche parte a Tivoli Gardens, il quartiere dove è nato e cresciuto, del quale è il boss indiscusso. Il suo arresto rappresenta il primo passo per l'estradizione a New York, dove rischia l'ergastolo in quanto ricercato per traffico di droga e armi, un business colossale fatto tramite la Shower Posse, l'organizzazione criminale da lui guidata e che - afferma Washington - Dudus ha di fatto ereditato dal padre, Lester Lloyd Coke, morto nel 1991 mentre era in attesa di essere condannato negli Usa.La risposta delle gang di Dudus di fronte al pressing delle autorità non si è fatta attendere: gruppi armati hanno attaccato quattro commissariati di polizia, mentre un altro è stato incendiato, così come numerose automobili delle forze di sicurezza. E sono subito state erette barricate dagli uomini di quello che Washington considera uno dei narcos più pericolosi al mondo. «Lo stato d'emergenza a Kingston sarà in vigore per un mese, a meno che le forze di sicurezza me ne consiglino la sospensione», ha annunciato nella serata di ieri il premier Bruce Golding, precisando che la polizia è pronta a reagire «in modo fermo e deciso». «La nostra risposta sarà un punto di svolta per il paese nei confronti del potere del male, che ha fatto di Kingston una delle capitali con l'indice di criminalità più alto al mondo», ha aggiunto il premier rivolgendosi alla popolazione della capitale, dove in diversi quartieri la polizia ha fatto evacuare donne e bambini. Golding, affermano fonti locali, ha presieduto una riunione di governo "in un clima di preoccupazione", mentre il leader dell'opposizione, Portia Simpson Miller, si e detto "allarmato" per il fatto che il governo non abbia reagito in modo più deciso, e cioè "decretando il coprifuoco". Gli Usa avevano chiesto l'estradizione di Coke un anno fa. Finora, il premier si era sempre opposto, ma di recente ha cambiato posizione, annunciando che 'Dudus' doveva essere consegnato a Washington.
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