sabato 26 agosto 2023
Dopo l’ascesa degli ultranazionalisti il presidente del partito cristiano-democratico Merz ha rotto il tabù: «Non possiamo più escludere una collaborazione politica con loro»
Il presidente Friedrich Merz: per lui il futuro della Cdu è a destra e apre agli ultranazionalisti

Il presidente Friedrich Merz: per lui il futuro della Cdu è a destra e apre agli ultranazionalisti - Ansa

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I democristiani tedeschi sono in crisi, ma non di risultati, bensì d’identità. Secondo gli ultimi sondaggi l’Unione Cdu/Csu resta il primo partito: se si votasse oggi quello che viene considerato lo storico e il principale partito conservatore tedesco ed europeo otterrebbe il 26% dei consensi, i socialdemocratici solo il 19%, i Verdi il 15, i liberali il 7.

Ma i tre partiti di governo hanno subito il sorpasso, annunciato e temuto, della destra populista e ultranazionalista di Alternative für Deutschland (Afd), ormai al 20%. «Noi siamo la vera nuova forza conservatrice del Paese, questo è solo l‘inizio», ha esclamato il 27 giugno scorso la leader di Afd, Alice Weidel, dopo che Robert Sasselmann, per la prima volta nella storia della nuova destra tedesca ultranazionalista, ha vinto delle elezioni comunali a Sonnenberg, piccolo centro del land orientale della Turingia, sconfiggendo al ballottaggio il candidato cristiano-democratico.

Un risultato in un piccolo comune che potrebbe rappresentare una svolta epocale nella storia politica tedesca. «In futuro, al livello comunale soprattutto nei länder orientali, non possiamo più escludere una collaborazione politica con Afd. Chi vince in politica ha il compito di proporre e indicare la linea, poi gli altri stabiliscono se appoggiarla o meno».

Con queste parole, pronunciate in un’intervista televisiva, il presidente della Cdu, Friedrich Merz, ha abbattuto un tabù politico. Per un decennio la Cdu aveva costruito tutta la sua strategia interna, negando sempre e comunque ogni forma di collaborazione con la destra populista ed ultranazionalista. Le dichiarazioni di Merz hanno provocato un polverone nel partito e la sua leadership è sempre più in discussione. Ma prima di scossoni interni si attendono le delicate elezioni regionali in Assia e in Baviera, in programma il 23 ottobre. Se Afd dovesse confermarsi anche in questi importanti länder occidentali, la Cdu dovrà cambiare rotta.

Secondo il politologo Thomas Biebricher, che insegna scienza della politica alla Goethe-Universität di Francoforte sul Meno: «La Cdu sta perdendo la sua identità storica di principale forza politica conservatrice della Germania». In uno studio dal titolo Mitte/Rechts, centro-destra, Biebricher spiega come la crisi del conservatorismo tedesco faccia parte di una crisi generale delle vecchie forze conservatrici europee, che stanno deviando a destra verso movimenti e partiti populisti, «considerati da molti elettori conservatori più pragmatici e vicini alle esigenze popolari».

Ma la deriva delle forze consevatrici nel populismo non è un processo irreversibile, sostiene il sociologo delle religioni Detlef Pollack. «La Cdu – secondo Pollack– deve tornare a puntare sui suoi capisaldi: sui principi ed ideali cristiani soprattutto sui grandi temi come i cambiamenti climatici, l’immigrazione e la giustizia sociale».

Il sociologo sostiene che la Cdu debba trovare proprio sui temi ambientali maggiori punti d’incontro con i Verdi e non isolarsi su posizioni univoche: «È importante puntare su temi economici e sulla ripresa industriale, ma senza trascurare i cambiamenti climatici». Il grande problema della politica tedesca in questo momento non sono gli estremisti della difesa dell’ambiente, bensì, secondo Pollack, «il populismo e la destra radicale: per riconquistare i propri elettori, che ora guardano a destra, la Cdu deve essere pronta anche ad assumere posizioni più liberali dal punto di vista economico e politico».



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