sabato 8 febbraio 2025
Vestiti con tute da carcerati, hanno dovuto rispondere al miliziano a volto coperto che porgeva loro il microfono. Sono apparsi smagriti ed emaciati
I tre ostaggi sul palco di Hamas poco prima del rilascio con la loro consegna alla Croce Rossa

I tre ostaggi sul palco di Hamas poco prima del rilascio con la loro consegna alla Croce Rossa - Reuters

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Sul palco allestito a Deir al-Balah, nella parte centrale della Striscia ai margini della zona "umanitaria", è andato in scena il quinto rilascio degli ostaggi israeliani a Gaza. Sul palco era presente uno striscione raffigurante un pugno con la bandiera palestinese e le parole «vittoria totale» scritte in ebraico sotto l'immagine del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: il riferimento è al refrain di Netanyahu di combattere fino alla «vittoria totale» su Hamas.

Vestiti di tute marroni o verde scuro, simili a tute carcerarie, smagriti ed emaciati in volto, Ohad Ben Ami, 56 anni, Eli Sharabi, 52 anni, e Or Levy, 34 anni sono stati fatti salire sul palco tra i miliziani di Hamas e sottoposti alla sceneggiata dell'intervista. Un miliziano a volto coperto faceva le domande e porgeva il microfono all'ostaggio intervistato di turno, mentre alle sue spalle un altro miliziano in mimetica e passamontagna riprendeva con la telecamera. «Dico alle famiglie dei prigionieri di uscire e protestare», ha detto Ben Ami. «Chiedo al governo israeliano di procedere con il secondo e il terzo accordo in modo che tutti i prigionieri possano tornare a casa. Chiedo alle famiglie di essere forti», ha aggiunto. «Sono molto arrabbiato con il governo israeliano. Spero davvero che l'accordo continui fino alla seconda e terza fase. Sono molto felice di tornare dalla mia famiglia e dai miei amici oggi, e spero davvero di vederli presto. Voglio che i miei amici che sono rimasti qui tornino presto», ha affermato Sharabi.

Al termine, i tre uomini sono stati scortati fino ai fuoristrada bianchi della Croce Rossa, che li ha presi in consegna. Ed è così terminata la cerimonia del rilascio, trasmessa in diretta televisiva dal canale qatariota al-Jazeera e seguita con trepidazione da una folla commossa a Tel Aviv, l'altra piazza dalla quale al-Jazeera ha rilanciato la diretta.

Consegnati dalla Croce Rossa all'esercito e alle forze di sicurezza israeliani nella Striscia di Gaza, in elicottero sono stati trasferiti in ospedale in Israele per i controlli sanitari e l'incontro con le famiglie. O almeno con chi resta. Or Levy era stato catturato da Hamas al festival Supernova, il 7 ottobre 2023, dove sua moglie Einav fu uccisa. Il figlio, che ora ha tre anni, è stato affidato ai nonni. Eli Sharabi ha perso le due figlie e la moglie nell'attacco al kibbutz Be'eri. Dello stesso kibbutz Ohad Ben Ami, la cui moglie Raz Ben Ami era stata rapita e liberata durante la prima tregua a fine novembre del 2023.

Scambi precedenti hanno avuto luogo sia a Khan Yunis (a sud) che nella città settentrionale di Jabalia, nella zona settentrionale di Gaza. In cambio dei tre israeliani, poche ore dopo sono stati scarcerati 183 prigionieri e detenuti palestinesi, tra cui 111 cittadini di Gaza arrestati nella Striscia in seguito agli attacchi del 7 ottobre 2023.

Subito dopo il rilascio, Netanyahu ha dichiarato: Israele «non sorvolerà sulle immagini scioccanti viste oggi». Il presidente Isaac Herzog ha scritto su X: «Ecco cosa significa un crimine contro l'umanità!». Ha aggiunto: «Completare l'accordo sugli ostaggi è un dovere umanitario, morale. È essenziale riportare indietro tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli dall'inferno della prigionia a Gaza, fino all'ultimo». Per l'October Council, che rappresenta le famiglie direttamente coinvolte nel massacro del 7 ottobre, le immagini dei rilasciati «ricordano le fotografie dei sopravvissuti all'Olocausto e servono come promemoria del peggior fallimento nella storia dello Stato e della necessità di indagare a fondo». Il gruppo ha ribadito la richiesta di una commissione d'inchiesta statale sui fatti del 7 ottobre, richiesta alla quale Netanyahu continua a opporsi.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha lanciato un appello affinché i prossimi scambi di liberati tra Israele e Hamas siano «dignitosi e privati».

Dopo che sette detenuti liberati sabato scorso sono stati ricoverati in ospedale, Hamas ha accusato Israele di imporre una «morte lenta» ai prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane.

Sempre di oggi la notizia che a Teheran la Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei, ha incontrato Khalil al-Hayya, considerato il leader di Hamas fuori da Gaza. L'agenzia governativa Irna, pubblicando le foto del vertice, scrive che «il capo e i membri del Consiglio direttivo della resistenza palestinese, Hamas, hanno incontrato l'ayatollah Khamenei, leader della Rivoluzione islamica».

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