martedì 18 aprile 2017
Ma tutti i candidati si contendono il voto sui valori
Fillon dato in «rimonta» si lancia nella caccia ai cattolici
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Agli sgoccioli dell’apertissima corsa in vista del primo turno delle presidenziali francesi di domenica prossima, le manovre di seduzione dei principali candidati puntano verso gli elettori cristiani, i cui voti potrebbero risultare decisivi. Dato in rimonta rispetto al duo di testa composto dall’ultranazionalista Marine Le Pen e dal centrista atipico Emmanuel Macron, il neogollista François Fillon ha annunciato alla radio che nel proprio governo potrebbe far posto alla corrente politica «Senso comune », espressione del movimento della “Manif pour tous” che aveva riunito in piazza milioni di oppositori spesso credenti alla legge socialista sulle nozze e adozioni gay. Alla vigilia di Pasqua, Fillon si è pure recato a Puy-en-Velay, in Alvernia, antico scrigno della fede dal quale i pellegrini partono per Santiago di Compostela. Ai piedi della Cattedrale, il candidato ha lanciato: «Cos’è una nazione se non, prima di tutto, l’incarnazione di una trasmissione? La trasmissione è un filo d’oro che corre fra le generazioni». Poche ore dopo, Fillon ha pure assistito a una Messa di Pasqua nella chiesa copta ortodossa Santa Maria e San Marco, nella banlieue sud di Parigi. In passato, aveva già effettuato trasferte mediorientali per sensibilizzare sul dramma dei cristiani d’Oriente. Nel giorno di Pasqua, il giovane “liberalsocialista” Macron, anch’egli credente, ha invece visitato per ore un centro parigino d’accoglienza e di recupero sociale della Caritas (Secours catholique), la Cité Saint-Martin.

«Essere cattolico significa difendere i diritti dei più poveri e non battersi per togliere diritti a degli uomini e delle donne», ha dichiarato, polemizzando sottilmente con Fillon, il cui programma di risanamento economico contrassegnato da tagli nella spesa pubblica preoccupa le associazioni caritative. «Per scelta personale», Macron chiese il battesimo a 12 anni, prima d’entrare nel liceo gesuita di Amiens “La Provvidenza”, dove s’innamorò di un’insegnante di lettere divenuta poi sua moglie. «I valori difesi dalla Caritas corrispondono alla mia idea dell’interesse generale e della generosità », ha sottolineato domenica. Queste mosse di Fillon e Macron sono giunte poche ore dopo il clamore suscitato dall’intervista al quotidiano cattolico La Croix in cui la Le Pen si era detta «estremamente credente, ma arrabbiata con la Chiesa» e in polemica con il Papa per i messaggi in favore dei migranti.

L’ira contro la frontista però cresce: ieri sera altri scontri a un comizio a Parigi, dove c’è stato un tentativo di aggressione al deputato del Front Collard. Ad un certo punto il comizio è stato interrotto da una giovane riuscita a salire sulla tribuna. La ragazza è stata bloccata dal servizio d’ordine, successivamente un’altra manifestante ha cercato di interrompere l’oratrice. Sempre più sollecitati dalla stampa, tanti elettori cattolici ammettono però di essere «delusi» dagli scandali attribuiti a Fillon, a cominciare dal “Penelope-gate” (presunti impieghi fittizi spartiti ai familiari), ma non pochi dichiarano che il neogollista resta comunque il candidato più solido e l’unico in grado di compattare una forte maggioranza parlamentare. Per gli esperti, l’apparente rimonta di Fillon, dato ieri in un rilevamento Opinionway al 21%, a un solo punto dal duo Macron-Le Pen, è legata proprio a simili considerazioni. Anch’egli in ascesa, il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon aveva lanciato nelle scorse settimane messaggi di simpatia per il mondo cattolico: «Sono di cultura cattolica, conosco la ditta!», aveva dichiarato al settimanale Famille chrétienne, riferendosi alla propria gioventù di militante nell’associazionismo e nella stampa cattolici, prima d’allontanarsi dalla Chiesa.

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