sabato 23 agosto 2014
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«Voglio essere la prima donna inglese a uccidere un britannico e un americano». Sono choccanti le parole pronunciate su Twitter da Khadijah Dare, una ragazza londinese convertita all’islam. Secondo il quotidiano britannico The Daily Telegraph, la donna si è trasferita in Siria nel 2012 per seguire il marito jihadista, combattente dello Stato islamico (Is), che si fa chiamare Abu Baker e avrebbe la cittadinanza svedese.Secondo la ricostruzione del Telegraph, Khadijah, 22 anni, è originaria di Lewisham, nel sudest di Londra. Su Twitter si firma muhajirah fi Sham (immigrata in Siria). La ragazza, madre di un bambino fotografato sul suo profilo con un AK-47 tra le mani, ha elogiato la decapitazione del reporter americano James Foley. Sempre dal suo profilo Twitter, ha invitato altre giovani donne britanniche a seguire il suo esempio, a convertirsi all’islam e unirsi al jihad in Siria. Il messaggio della ragazza scuote la Gran Bretagna il giorno dopo la certificazione che il boia di James Foley, giornalista americano decapitato in Siria mercoledì scorso, è un giovane inglese. I servizi segreti americani, insieme all’intelligence britannica, hanno aperto indagini meticolose per risalire alla sua identità. Dal video dell’esecuzione verranno setacciati virtualmente abiti, voce, occhi e particolari delle mani per arrivare a un vero e proprio profilo. Intanto, dalle prime ricostruzioni è emerso che si tratta di un membro di un gruppo di quattro jihadisti britannici di origine pachistana, partiti insieme per Raqqa (capitale siriana dello Stato islamico). Secondo il quotidiano Guardian, l’assassino sarebbe un ragazzo scolarizzato e dall’arabo stentato. In Siria si stava occupando delle trattative con le famiglie dei sequestrati. Nel Regno Unito infuria la polemica. Aizzata anche dalle dichiarazioni del parlamentare laburista Khalid Mahmood, secondo il quale sarebbero 2.000 i jihadisti con passaporto inglese in Siria. Fonti di Intelligence ribadiscono invece che sarebbero 400. Mahmood, incalzato dai giornalisti, non ha citato le sue fonti. Le autorità giudiziarie inglesi sono perfettamente consapevoli di avere un problema con il “jiadismo domestico”, basti pensare che solo nel 2014 sono stati 69 gli arresti di cittadini britannici legati alla lotta armata in Siria. L’ultimo caso si è verificato ieri: un diciannovenne inglese convertito all’islam è stato fermato con l’accusa di progettare un attentato. Il giovane aveva un piano molto vago: voleva uccidere un soldato o un politico con un martello e un coltello che aveva avvolti in una bandiera nera su cui era scritta una professione di fede islamica. Il premier David Cameron, criticato per essere già tornato in vacanza dopo una breve interruzione dovuta all’omicidio di Foley, ha promesso di lavorare alla neutralizzazione della minaccia nazionale rappresenta dai jihadisti. Jihadisti che prima o poi torneranno nel Regno Unito addestrati e «imbarbariti». La Gran Bretagna continua a porsi una sola domanda: perché tanti ragazzi partono per la Siria? Nessuno, finora, ha messo in discussione il modello della società multiculturale. Mentre la comunità islamica ribadisce a gran voce che alla base dell’estremismo e delle conversioni lampo c’è una cattiva conoscenza della religione di Maometto.
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