venerdì 17 aprile 2020
Il Paese sarebbe tra i più colpiti dalla pandemia, anche se le statistiche ufficiali parlano di "solo" 3.134 decessi
Il premier olandese Rutte

Il premier olandese Rutte - Ansa

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In questo periodo l’Olanda ha attratto l’attenzione critica di tanti altri Paesi. Eppure, secondo i più recenti sondaggi, nel contempo è aumentata la fiducia dei cittadini nei confronti del loro premier Rutte; nonostante il suo governo all’inizio abbia sottovalutato il pericolo del Covid-19. Nonostante siano state varate con notevole ritardo le ben note regole per contenere la pandemia, indicate dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità.

A partire dal mese scorso ci sono stati 28.153 contagiati (gli unici a cui è stato fatto il tampone), 9.127 ricoverati, 3.134 deceduti. Queste le cifre ufficiali riportate dall’istituto del ministero della Sanità Rivm, in cui non si citano mai i guariti. L’associazione dei medici di famiglia ha protestato, in quanto non si può stabilire se le persone morte in casa, a cui non è stato fatto il tampone, abbiano perso la vita a causa del coronavirus; pertanto chiedono di essere dotati subito di un formulario dove poter segnalare i loro dubbi sulla diagnosi. Secondo loro, rispetto all’anno scorso nello stesso periodo, il numero è quintuplicato. Se fosse vero, le cifre reali sarebbero di ben 15.670 decessi. Rapportate ad una nazione di 17 milioni di abitanti, l’Olanda sarebbe al terzo posto nella lista dei Paesi più colpiti. Da pochi giorni i test vengono fatti solo al personale sanitario, per via dei tanti contagiati fra medici ed infermieri.

La preoccupazione di Rutte rimane focalizzata sull’economia; da salvare. Ma anche a costo di vite umane? Circa l’Italia e la Spagna ha detto che sarebbe ora che questi Paesi «imparassero a cavarsela da soli». In un messaggio al premier Conte ha poi offerto una mano, sotto forma di dono, «senza alcuna pretesa di restituzione ». Ma quando dall’Ue è arrivata la richiesta di aiuti sostanziali e strutturati, si è mostrato rigidamente disponibile per un ulteriore sostegno: ma questa volta, sia ben chiaro, «a buon rendere». Nel sito ufficiale dell’Rivm si legge quanto segue: «Chi non ha più i sintomi che potrebbero essere attribuiti al coranavirus, passate 24 ore può considerarsi guarito; senza l’obbligo, per lui e i suoi familiari di rimanere a casa, in quanto non sussiste più il pericolo di contagiare altre persone». Mentre per l’Oms si debbono attendere circa 14 giorni; trascorsi i quali non è ancora stato scientificamente provato se si è acquisita l’immunità e non si è più veicolo di contagio. Purtroppo non si tratta di una bufala, ma di un’allarmante, realtà.

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