venerdì 24 aprile 2009
Si teme per l'epidemia che avrebbe già provocato sessanta morti, di cui 20 accertati. Focolai anche in California e Texas. Il direttore dell'Oms: «La situazione è seria che deve essere seguita con grande attenzione». Allerta anche in Italia.
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Un’epidemia di febbre dei maiali mai vista sinora è scoppiata in Messico, uccidendo già 20 persone e si teme che il virus possa espandersi in tutto il Nordamerica. L’Organizzazione mondiale della sanità ha espresso preoccupazione per quelli che ha definito 800 casi «simili all’influenza» in Messico, confermando che una variante dell’epidemia è stata registrata negli Usa e che comunque il virus reagisce all’antivirale Tamiflu. La Casa Bianca segue molto da vicino l’espandersi del virus, che negli Usa ha contagiato 7 persone. Il virus suino, che dai maiali si è trasmesso agli esseri umani, è sconosciuto agli scienziati del Centro statunitense per controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) e la sua diffusione è stata rapida. Per la Cdc sarebbe già «probabilmente troppo tardi» per contenere l’epidemia. In Messico, intanto, è già psicosi: scuole, cinema e teatri sono stati chiusi per precauzione. Si teme una pandemia poiché altri 45 casi mortali sono sotto osservazione e ben 945 persone sono state ricoverate con i sintomi tipici del virus da marzo. Ci sarebbero anche casi di contagio da uomo a uomo. «Il virus si è trasformato nei maiali e a un certo punto è stato trasmesso agli umani», ha detto il ministro della Salute, José Angel Cordova. Si tratta, secondo le autorità messicane, di «un’epidemia controllata» e che comunque non chiuderanno le frontiere con gli Usa, ma l’Organizzazione mondiale della sanità ha ritenuto di convocare una riunione di emergenza nei prossimi giorni per verificare se sia il caso di lanciare un allarme internazionale. Nei sette casi di contagio individuati in California e in Texas, è stata riscontrata la presenza del virus H1N1, identico a quello che in Messico ha spinto a ordinare una campagna di vaccinazione a Città del Messico. Il direttore dell'Oms. Il dilagare del nuovo virus di influenza suina trasmesso da uomo a uomo in Messico e negli Stati Uniti rappresenta una «situazione grave» che deve essere «seguita da vicino», che «cambia rapidamente» e di cui al momento «non è possibile prevedere» gli sviluppi. In Ue. Per valutare la situazione europea predisporre una risposta comune alla possibile pandemia di influenza suina alle ore 16 i tecnici di tutti i ministeri della Salute dell'Ue, a quanto apprende l'Agi, saranno collegati in teleconferenza. Per l'Italia parteciperanno i membri della direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero del Lavoro e della Salute.In Italia. «L’Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Usa nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate», fa sapere la Coldiretti, secondo la quale è comunque «necessario estendere immediatamente l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza anche per la carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina». «Siamo in uno stato d’allerta intermedio, ma per il momento non c’è da preoccuparsi», ha detto il sottosegretario alla Salute, Fazio che comunque non ha escluso iniziative di controllo alle frontiere.
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