venerdì 24 marzo 2023
Il 26 marzo in tutte le parrocchie la raccolta fondi per aiutare le vittime del sisma nei due Paesi. L'impegno e i progetti della Caritas. La Cei ha già stanziato fondi dell'8xmille. Come contribuire
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Questa domenica, 26 marzo, quinta domenica di Quaresima, in tutte le chiese italiane la colletta nazionale per le popolazioni della Turchia e della Siria, provate dal devastante terremoto dello scorso 6 febbraio.

La Chiesa italiana così risponde all’appello di papa Francesco che aveva invitato a una gara di «solidarietà» per la Turchia e la Siria colpite dal terremoto. Le parrocchie di tutta la Penisola saranno protagoniste della Colletta nazionale per i due Paesi devastati dal sisma. «Sarà un segno concreto di partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. Sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite», spiega la presidenza della Cei che ha promosso l’iniziativa.

«Vogliamo sottolineare l’importanza per noi credenti di sentire parte della nostra vita quella delle sorelle e dei fratelli che stanno in Turchia e in Siria. Questa dilatazione del cuore fa percepire nostri i Paesi degli altri, nostre le speranze altrui, e ci fa ripensare la nostra apertura al mondo in una comunione delle anime che si realizza in Cristo», ha affermato monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della Cei.

Nei giorni successivi alla calamità, per far fronte alle urgenze, la Conferenza episcopale italiana aveva disposto un primo stanziamento di 500mila euro dai fondi dell’8xmille per le attività di carità di rilievo nazionale. «La somma – continua la presidenza dell’episcopato italiano – sarà erogata tramite Caritas Italiana, già attiva per alleviare i disagi causati dal sisma e a cui è affidato il coordinamento degli interventi locali». Del resto, si aggiunge da Circonvallazione Aurelia, «continua a crescere il numero delle vittime accertate, mentre sono ancora diverse migliaia le persone disperse e quelle ferite. Drammatica anche la condizione dei sopravvissuti, che hanno bisogno di tutto, stretti tra le difficoltà del reperimento di cibo e acqua e le condizioni climatiche».

La prima emergenza, in Turchia e Siria, non è ancora finita mentre a un mese e mezzo dalla tremenda scossa di magnitudo 7.8 della notte del 6 febbraio, la Caritas Italiana ha elaborato un primo piano di “risposta rapida”. Questi in sintesi gli obiettivi degli interventi che saranno finanziati grazie alla Colletta nazionale di domani in tutte le parrocchie: soccorso umanitario, distribuzione di beni di prima necessità e sostegno psicologico e sociale. Sinora Caritas Anatolia, sostenuta sin dalle prime ore dopo il terremoto da Caritas Smirne e Caritas Turchia, e grazie anche alla mobilitazione di Caritas Italiana ha distribuito 27mila kit alimentari e pasti caldi, 18mila tra tende e alloggi mobili, 18.300 kit igienico-sanitari, 49mila coperte e capi di vestiario. Un intenso lavoro che ha coinvolto, oltre agli operatori locali, un team internazionale di 6 persone specializzato nel gestire le emergenze.

Un “Piano di risposta rapida” messo a punto da Caritas Italiana anche in Siria con l’intento di “traghettare” comunità locali fortemente colpite – quasi 2milioni i senza tetto in Turchia, 55mila in Siria dove a causa della guerra civile erano già più di 15 milioni le persone in stato di bisogno acuto – verso la vera e propria fase di ricostruzione. «Caritas Italiana – afferma don Marco Pagniello – è come sempre al fianco delle popolazioni colpite. Vogliamo che questa presenza continui nei prossimi giorni e mesi, nello stile che è proprio della Caritas: dare una mano alle persone a risollevarsi e a camminare con le proprie gambe». La colletta del 26 marzo, aggiunge il direttore di Caritas Italiana, non è semplicemente l’occasione per fare una donazione: «Fare la nostra parte è qualcosa di più. Farsi prossimi a qualcuno vuol dire far sì che la storia di questa persona mi appartenga, mi interessi. È questo che muove l'inclusione. L'altro non è semplicemente qualcuno da aiutare, ma entra nella mia storia, ha da dirmi qualcosa, mi sta a cuore».

In Turchia, spiega Laura Stopponi responsabile dei progetti in Europa di Caritas Italiana, «l’obiettivo sarà ancora a lungo quello di assicurare l’accesso al cibo, i bisogni primari, le medicine e il sostegno psicologico» nelle tendopoli e nei centri di accoglienza governativi. Antiochia, quasi distrutta, la città che ha avuto i maggiori danni, Iskenderun e Alessandretta le altre due città dove si concentra la maggior parte degli interventi. «Ma con lo stile tipico della Caritas che opera in Turchia: vogliamo cercare i luoghi più marginali, i villaggi dell’entroterra che sinora non hanno ricevuto quasi nessun aiuto», prosegue Stopponi. Nel medio periodo si organizzeranno programmi di sostegno psicologico e scolastico e micro progetti agricoli e artigianali per riavviare le attività produttive. «Ancora prematuro, al momento, avviare la ricostruzione di strutture comunitarie», concluide Stopponi.

Caritas Siria, spiega Danilo Feliciangeli, referente Caritas Italiana per i progetti in Medio Oriente, sta lavorando a un piano di intervento triennale: «Nei prossimi sei mesi – spiega – riusciremo a raggiungere 150mila persone distribuendo cibo e generi di prima necessità o voucher per l’acquisto». Sinora, grazie ai 200 operatori di Caritas Siria, sono stati distribuiti 3.400 pasti e kit alimentari, 3mila confezioni di acqua potabile, 1.200 materassi e lenzuola e 2.400 kit igienici. A breve lo staff di Caritas Siria sarà rafforzato con un centinaio di altri volontari che interverranno principalmente ad Aleppo e Latakia. «L’obiettivo è di avviare piccole ristrutturazioni di negozi e laboratori, come anche di abitazioni che necessitano la riparazione di infissi e muri non portanti. Ad Aleppo si provvederà alla ristrutturazione di alcune scuole», prosegue Francescangeli. Con una popolazione già fortemente privata da una delle peggiori crisi umanitarie del pianeta, fondamentale è il sostegno psicologico, «mentre si vuole favorire, con corsi di formazione e micro credito la ripresa di alcune attività agricole o artigianali. Inoltre ad Aleppo e Latakia è allo studio un progetto per la gestione dei conflitti che dovrebbe coinvolgere alcuni operatori di Caritas Italiana».

Un accompagnare l’emergenza che richiede tempi lunghi di intervento, in una situazione tra le più complesse al mondo. Ma in fondo, basta poco per fare la differenza: con 400 euro si può aiutare una famiglia siriana a ristrutturare la casa o a pagare 6 mesi di affitto in una nuova abitazione, con 500 euro si può far ripartire un laboratorio artigianale riparando macchinari e locali, e con 2mila euro si può far decollare una micro-impresa artigianale di giovani che avranno seguito un corso di formazione professionale.


Come contribuire alla colletta nazionale per i terremotati in Turchia e Siria

La Cei ricorda che è già possibile sostenere le operazioni di Caritas Italiana utilizzando il conto corrente postale n. 347013 o tramite una donazione online dal sito www.caritas.it.

È possibile, inoltre, continuare a sostenere gli interventi per questa emergenza, anche con un bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Turchia-Siria 2023” tramite:
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119

Le offerte dovranno essere integralmente inviate a Caritas Italiana entro il 30 aprile 2023.





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