martedì 13 marzo 2012
​Una dodicenne è stata arrestata, insieme alla zia e ai genitori di quest'ultima, con l'accusa di adozione illegale. Aveva venduto il figlio di 10 settimane, per 12.500 euro, a una coppia di poliziotti in borghese. Dietro al doppio dramma, della madre-bambina e del neonato, un Paese in grave crisi economica ma soprattutto un profondo vuoto morale.
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​Dramma dell'emarginazione e della crisi economica in Grecia. Ma soprattutto di un grave vuoto morale. Una ragazzina di 12 anni è stata arrestata con l'accusa di aver venduto il figlio di 10 settimane per 12.500 euro. La coppia di "acquirenti" erano poliziotti in borghese. Lo riferisce il quotidiano Athens News.La ragazzina, che dovrebbe essere rilasciata dopo essere stata ascoltata da un giudice, è stata arrestata insieme con una zia di 44 anni e i genitori di quest'ultima, di 65 e 71 anni. L'accusa è di adozione illegale. La vicenda è avvenuta nella località di Xrysoupoli, nei pressi di Kavala, Grecia centrale. La polizia aveva ricevuto una segnalazione. Per la transazione gli agenti hanno utilizzato banconote segnate che sono servite per incriminare i sospetti. Il piccolo è stato ricoverato in ospedale in osservazione.
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