sabato 14 marzo 2009
Secondo le autorità sudanesi sarebbero stati liberati i quattro operatori di Medici senza Frontiere, tra cui l'italiano Mauro D'Ascanio, rapiti mercoledì. Ieri sera il giallo sulla sorte dei rapiti: la Farnesina aveva dato la notizia della liberazione, poi smentita. Poco fa la conferma delle autorità del Sudan. Caute le autorità italiane: «Stiamo verificando». Nessun commento da Msf.
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Ansia ed incertezza sulla sorte dei quattro operatori di Medici senza Frontiere (Msf), tra cui l'italiano Mauro D'Ascanio, rapiti mercoledì sera in Darfur, la regione occidentale del Sudan da anni in preda ad una guerra civile. Le autorità sudanesi hanno confermato la liberazione degli ostaggi: "È confermato", ha detto Ali Youssef Ahmed capo del protocollo del ministero degli Esteri di Khartoum, aggiungendo che "sono stati liberati. Sono salvi. Stanno tutti bene. Sono ancora in Darfur e saranno trasferiti a Khartoum". Una notizia accolta con freddezza, per ora, dalla Farnesina e da Msf. La prima ha dichiarato che «sono in corso verifiche» sulla veridicità della notizia, mentre l'associazione umanitaria non ha voluto commentare.  Il giallo della liberazione, data per certa e poi smentita. Nella serata di ieri le autorità sudanesi e la Farnesina avevano dato la notizia che gli ostaggi erano liberi, stavano tutti bene e che non era stato pagato alcun riscatto. Sembrava davvero che si fosse trattato di un sequestro lampo con lieto fine in una delle aree più difficili e turbolenti del mondo. Ma dopo alcune ore di inquietante attesa Msf rompeva gli indugi a faceva sapere che non poteva confermare l'avvenuto rilascio. Nello stesso momento anche l'Unità di crisi della Farnesina era in fibrillazione alla ricerca di conferme che non arrivavano.Msf in un comunicato aveva fatto sapere di essere stato informato "del possibile rilascio dei nostri operatori". Ma aggiungeva: "In ogni modo, da quando abbiamo avuto quest'informazione non abbiamo né incontrato né potuto stabilire contatti diretti con i nostri colleghi". Contatti che, ore dopo, non erano ancora avvenuti.La Farnesina ha quindi confermato in tarda serata le preoccupazioni di Msf: "il ministero degli Esteri, alla luce del mancato contatto da parte di Medici senza frontiere con i loro operatori coinvolti nel sequestro in Darfur, sta cercando di verificare quanto precedentemente appreso sulla loro liberazione", ha fatto sapere attraverso una nota. La situazione nell'area è complessa ma le operazioni per ottenere il rilascio dei quattro operatori (oltre al medico italiano erano stati sequestrati il coordinatore francese Raphael Meonier, l'infermiera canadese Laura Archer e un dipendente sudanese) erano state immediatamente avviate dai servizi sudanesi. Al punto che ieri pomeriggio Msf aveva potuto parlare direttamente con i sequestrati attraverso un cellulare potendo così far sapere che le trattative erano in corso e che i quattro stavano bene. 
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