giovedì 15 aprile 2021
A più di un anno dall'inizio della pandemia, i decessi in Brasile sono al culmine. Ma nonostante le prove schiaccianti che il Covid-19 uccida raramente i bambini piccoli, in Brasile 1.300 minori
Strage di bambini in Brasile. Le Ong: mancano i farmaci per intubare i malati
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Il Covid ha fatto strage di bambini in poco più di un anno in Brasile. Il Paese sudamericano ha superato le 360mila vittime dall'inizio della pandemia e, nonostante l'abbondante documentazione sul fatto che questo virus di rado è letale per malati così giovani, fra febbraio del 2020 e la metà di marzo del 2021 si contano almeno 852 morti sotto i 9 anni, inclusi 518 arrivati nemmeno a un anno di età, secondo le cifre fornite dal ministero della Salute, riportate in un servizio sul sito della Bbc.

852 è un numero che comprende i casi conclamati, ma secondo le stime di medici e Ong potrebbero essere più del doppio. Soprattutto perché come afferma l'epidemiologa Fatima Marinho, dell'università di San Paolo, a molti bambini deceduti in Brasile non è stato possibile effettuare un tampone, per il semplice motivo che non era disponibile.
La dottoressa Marinho ha preso in considerazione i decessi da sindrome acuta respiratoria - non registrati come Covid - e ha scoperto che sono stati 10 volte superiori rispetto al periodo pre pandemia. Dopo aver fatto alcuni calcoli, è arrivata alla conclusione che dall'inizio dell'epidemia il coronavirus ha ucciso nel suo Paese 2.060 bambini fino a 9 anni, compresi 1.302 neonati. Probabilmente alcuni medici hanno anche sottovalutato il rischio del Covid nei più piccoli, come nel caso di Lucas, riportato dalla Bbc. Un bimbo in ottima salute, senza alcuna comorbidità, spiega sua madre Jessika. "Un giorno ha iniziato ad avere problemi, in particolare non aveva più appetito. Decisi quindi di portarlo dal pediatra. Non aveva la febbre e, quindi, il dottore mi disse che non era necessario eseguire un test Covid, suggerendo che era un semplice mal di gola. Aggiunse anche che il Covid è raro nei bambini, dunque mi disse di dargli degli antibiotici e di non preoccuparmi. "Alcuni sintomi sparirono dopo 10 giorni di terapia - prosegue la testimonianza di Jessika - ma la stanchezza rimase, così come rimaneva in me la preoccupazione che fosse il coronavirus. Inviai dei video di Lucas a mia suocera e ad altri parenti e tutti mi dissero che stavo esagerando, che avrei dovuto smettere di guardare i telegiornali, che stavo diventando paranoica. Ma io sapevo che mio figlio non era più se stesso, che non stava respirando normalmente". I fatti risalgono a maggio 2020.

"Passarono alcune settimane - continua la mamma del bambino - e Lucas dormiva sempre di più. Il 3 giugno vomitò tantissimo dopo aver mangiato e lì capii che dovevo fare qualcosa. Lo portai all'ospedale dove gli fecero un test. Era positivo al virus. Fu trasferito in un'altra struttura dotata di un reparto pediatrico di terapia intensiva. Gli fu diagnosticata una sindrome infiammatoria multipla e fu intubato. La maggior parte dei bimbi affetti dal Covid hanno comorbidità, come il diabete o problemi cardiaci. Ma non era il caso di mio figlio. Lucas rimase 33 giorni in rianimazione. A un certo punto sembrò migliorare, ebbe una prima reazione mettendosi a piangere sentendo le nostre voci. Il dottore disse a me e a mio marito di essere fiducioso e che nostro figlio sarebbe presto stato spostato in un reparto normale. Quella notte - prosegue Jessika - misi il cellulare in modalità silenziosa e sognai che Lucas si avvicinava a me e mi baciava sul naso. Mi svegliai dalla felicità. Ma poi guardai il telefono e vidi 10 chiamate perse.
Mi aveva cercato il dottore". Lucas si era spento.

La specialista sostiene inoltre che in Brasile la diagnosi di Covid per i bambini spesso arriva troppo tardi: "Abbiamo seri problemi a rintracciare i casi, non abbiamo abbastanza test per la popolazione in generale, anche meno per i bambini. I più vulnerabili - aggiunge Marinho - sono i bambini di colore e quelli provenienti da famiglie molto povere, per le quali è più difficile ricevere aiuto".

"In più di un anno di questa pandemia, la risposta mancata in Brasile ha causato una catastrofe umanitaria. Ogni settimana c'è un nuovo record di morti e infezioni. Gli ospedali sono sopraffatti, e tuttavia la risposta centralizzata coordinata è ancora scarsa". Lo ha dichiarato Christos Christou, presidente Internazionale di Medici Senza Frontiere, durante una conferenza stampa virtuale sulla situazione della pandemia del coronavirus nel Paese sudamericano. "La negligenza delle autorità brasiliane costa vite umane", ha accusato il responsabile Msf.

"Gli operatori sanitari sono fisicamente, mentalmente ed emotivamente esausti e nonostante il loro impegno assoluto nei confronti dei loro pazienti, nonostante le loro capacità e professionalità, sono stati lasciati soli a raccogliere i pezzi di una risposta governativa fallita e a improvvisare soluzioni", ha sottolineato Christou.
"Le misure che abbiamo visto funzionare in altri contesti, come la limitazione dei movimenti e delle attività, l'uso delle mascherine, la promozione del distanziamento fisico e l'aumento delle misure di igiene non sono implementate in questo momento in Brasile", ha riferito il medico, sottolineando che "le strutture mediche stanno esaurendo le forniture mediche essenziali e altro materiale necessario per salvare vite umane. Ci sono carenze di ossigeno, dispositivi medici e farmaci usati per intubare pazienti critici e dispositivi di protezione individuale, mentre è previsto un peggioramento dello scenario per le prossime settimane e mesi".
In Brasile, "i messaggi di sanità pubblica sono stati associati a messaggi politici, e come medico, non posso accettarlo", ha affermato il responsabile dell'ong. "Indossare una mascherina non è una presa di posizione politica, ma ciò che è necessario fare per rallentare la diffusione del virus. La scienza e la medicina basate sull'evidenza sono state minate. E questo non è solo un problema di fake news e disinformazione. C'è un'apparente mancanza di volontà politica per controllare questa pandemia", ha dichiarato.

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