domenica 1 maggio 2016
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Aerei da guerra ed elicotteri militari hanno bombardato per il nono giorno consecutivo alcuni quartieri di Aleppo. Secondo l’Osservatorio siriano per i Diritti umani, in questo periodo di tempo sono morti almeno 250 civili – 15 solo ieri, vicino alla moschea Maliakhonì, nel quartiere Bab al-Farazh –, tra cui molti bambini e donne. Le vittime sono da registrare tanto nei quartieri controllati dal regime che in quelli ribelli. Nel bilancio totale, anche una cinquantina di persone che, secondo cifre di Medici senza Frontiere, hanno perso la vita in un raid contro l’ospedale al-Quds, la notte di mercoledì; tra le vittime, l’ultimo pediatra che rimaneva ad Aleppo. In città si continua quindi a combattere nonostante la tregua in vigore dal 27 febbraio (e da cui sono esclusi i jihadisti del Daesh il Fronte al-Nusra). Ieri il viceministro degli Esteri russo, Gennadi Gatilov, ha fatto saper che Mosca non chiederà al regime siriano di interrompere i raid su Aleppo. «No, non metteremo pressione (al regime di Damasco per far cessare i bombardamenti) perché bisogna comprendere che si tratta della lotta contro la minaccia terroristica. E la situazione ad Aleppo fa parte di questa lotta contro il terrorismo». (A.E.)
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