mercoledì 1 aprile 2009
Cinque agenti di polizia hanno prelevato il pastore dei cattolici «sotterranei» di Zhengding, ora detenuto in una località sconosciuta. L’arresto mentre si sta svolgendo in Vaticano l’incontro della Commissione plenaria sulla Chiesa nel Paese asiatico.
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Doccia fredda sull’incontro in Vaticano della Commissione plenaria sulla Chiesa in Cina. Lunedì pomeriggio attorno alle 16, infatti, quasi in concomitanza con l’apertura dei lavori, monsignor Giulio Jia Zhiguo, vescovo “sotterraneo” di Zhengding, nella provincia dello Hebei, è stato sequestrato dalla polizia e trasferito in un luogo sconosciuto. Secondo quanto riferito ieri dall’agenzia Asia News, cinque poliziotti su due auto si sono presentati nella casa del vescovo e lo hanno prelevato per una località sconosciuta. «Monsignor Jia, 74 anni, soffre di vari disturbi a causa delle carcerazioni passate e per la sua età – sottolinea Asia News – e i fedeli della diocesi sono preoccupati che questo nuovo sequestro possa metterlo in pericolo di vita. Da anni infatti, sempre secondo quanto informa l’agenzia missionaria del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), monsignor Jia «subisce sequestri e isolamenti da parte della polizia, che lo tengono lontano per mesi dalla sua comunità. Durante questi periodi la polizia cerca di indottrinarlo sulla politica religiosa del partito e lo spinge ad aderire all’Associazione patriottica». Secondo il giudizio di Asia News questa volta i motivi del sequestro «sono ancora più gravi e colpiscono al cuore i tentativi del Vaticano nel voler riconciliare Chiesa ufficiale e sotterranea dell’Hebei, la regione a massima concentrazione di cattolici». Alcuni mesi fa monsignor Jang Taoran, vescovo di Shijiazhuang (Hebei), la diocesi della Chiesa “ufficiale” della zona, si è riconciliato con la Santa Sede, «accettando – su indicazione del Vaticano – di collaborare con il vescovo Jia Zhiguo, divenendo suo vescovo ausiliare. Monsignor Jia diverrebbe invece il vescovo ordinario della diocesi, pur rimanendo della Chiesa sotterranea e non riconosciuto dal governo». I due presuli si sarebbe incontrati spesso, per avviare un piano pastorale comune, ma proprio questi «segni di riconciliazione» sarebbero finiti, secondo Asia News, nel mirino dell’Associazione patriottica, obbligando «i due vescovi a non più incontrarsi» e mettendoli «sotto custodia della polizia 24 ore su 24». Secondo alcuni fedeli locali «la polizia ha detto a monsignor Jia Zhiguo che “questa unità [fra i due vescovi – ndr] è cattiva perché è voluta da una potenza straniera come il Vaticano. Se unità ci deve essere, deve avvenire attraverso il governo e l’Ap”. Data la resistenza di monsignor Jia a sottoscrivere l’adesione all’Ap, la polizia si è messa a irridere il vescovo, dicendo che il governo metterà un altro vescovo al suo posto e che per lui “è tempo di andare in pensione, dato che è malato”».
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