lunedì 5 giugno 2023
Stroncata sul nascere qualsiasi commemorazione delle vittime del 4 giugno del 1989. A Taiwan la gente sfida la pioggia e forma con le candele il numero della data della strage / Il video
L'arresto di Alexandra Wong, l'attivista di 67 anni nota come "Nonna Wong": aveva un mazzo di fiori per ricordare gli studenti uccisi a Pechino in piazza Tienanmen il 4 giugno 1989

L'arresto di Alexandra Wong, l'attivista di 67 anni nota come "Nonna Wong": aveva un mazzo di fiori per ricordare gli studenti uccisi a Pechino in piazza Tienanmen il 4 giugno 1989 - Ansa

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La polizia di Hong Kong, schierata in massa, ha stroncato sul nascere qualsiasi commemorazione dei fatti sanguinosi di Piazza Tienanmen. La stessa leader della Lega dei socialdemocratici Chan Po-ying, una delle ultime attiviste a capo di un gruppo di opposizione risparmiato dalle autorità, è stata portata via con la forza dopo aver tentato di sollevare una piccola candela e due fiori gialli in ricordo delle vittime del 4 giugno del 1989.

Il vero sfregio alle libertà che erano proprie di Hong Kong è stata la fiera di prodotti importati dalla Cina tenuta al Victoria Park, luogo tradizionale delle adunate oceaniche in ricordo della brutale repressione di 34 anni fa degli studenti che a Pechino chiedevano riforme democratiche: un tempo in serata ci sarebbero state migliaia di candele accese, quest'anno il parco è stato illuminato a giorno dalle bancarelle di beni made in China, con l'area cordonata da barriere.

Tuttavia, malgrado le ondate di arresti delle ultime 24 ore, ciò che è rilevante è che diversi residenti dell'ex colonia britannica abbiano voluto rischiare ancora pur di celebrare la veglia. La polizia l'ha vietata negli ultimi tre anni, citando in successione i timori per la sicurezza pubblica e per la pandemia del Covid-19, con i funzionari ad ammonire in settimana che partecipare o anche solo promuovere la manifestazione sarebbe stato un atto illegale, perseguibile penalmente.

Così, oltre a Chan, in arresto sono finiti Leo Tang, ex leader sindacale (indossava una maglietta con la prima pagina del 1989 degli eventi di Tienanmen del Wen Wei Po, testata pro-Pechino di Hong Kong), e Alexandra Wong (aveva un mazzo di fiori), l'attivista di 67 anni nota come "Nonna Wong", presente alle proteste del 2019 avvolta nella Union Jack, la bandiera nazionale britannica.

Ma i segnali di partecipazione sono stati numerosi, traditi dall'abbigliamento all'insegna del nero e del giallo (i colori delle proteste o di Tienanmen), in base a quanto emerso sui social media. Un uomo con in mano un libro intitolato "35 maggio" (mese allungato fino al 4 giugno) è stato arrestato, parte della stretta della polizia che avrebbe colpito una ventina di persone. Una donna, prima di essere portata via, ha potuto gridare "Alza le candele! Piangete il 4 giugno".

I consolati di Usa ed Ue hanno acceso candele alle finestre per solidarietà, d'intesa con altre rappresentanze diplomatiche. Hong Kong era l'unica città cinese in cui era consentito ricordare Tienanmen, in base all'assetto economico, politico e legale semi-autonomo della città ("un Paese, due sistemi") definito al passaggio della sovranità da Londra a Pechino. Ma la stretta voluta dalla Cina con la legge sulla sicurezza nazionale di giugno 2020, in risposta alle proteste pro-democrazia del 2019, ha ribaltato la situazione.

A Taipei invece, capitale di Taiwan, la gente ha sfidato la pioggia con candele a formare i numeri 89 6 4 (ovvero 1989, 4 giugno). La presidente Tsai Ing-wen, in un post su Facebook sui 34 anni della strage, ha scritto che le persone a Taiwan godono di democrazia e di libertà, esprimendo la speranza "che un giorno anche i giovani amici in Cina possano" goderne. L'isola è sotto la pressione militare e diplomatica di Pechino che la considera parte "inalienabile" del suo territorio da riunificare anche con la forza, se necessario.

Nella capitale cinese le misure di sicurezza sono state rafforzate già da giorni. Di commenti ufficiali restano solo quelli di venerdì della portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning: il governo del Paese è "già giunto a una chiara conclusione sull'incidente di Tienanmen. Qualsiasi tentativo di screditare la Cina e di interferire nei suoi affari interni usando questo come scusa è destinato a fallire".

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