mercoledì 28 febbraio 2024
Arrestato un esponente del partito d'opposizione dopo un attacco con vittime alla sede dei servizi segreti. Ci sarebbe una lotta interna al clan Déby Itno che è al potere dal 1990
Soldati ciadiani davanti a un cartellone raffigurante l'ex presidente Idriss Déby Itno, padre dell'attuale, che fu ucciso nell'aprile del 2021

Soldati ciadiani davanti a un cartellone raffigurante l'ex presidente Idriss Déby Itno, padre dell'attuale, che fu ucciso nell'aprile del 2021 - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

C'è aria di colpo di Stato in Ciad, uno dei Paesi africani più poveri e tra i meno sviluppati al mondo, governato da decenni dalla stessa famiglia.

Un attacco ha preso di mira gli uffici dei potenti servizi di intelligence provocando «»diversi morti» nella capitale N'Djamena. Il governo accusa «elementi» del Partito socialista senza frontiere (Psf) guidato dall'oppositore Yaya Dillo e assicura che la situazione «è ora completamente sotto controllo», precisando che i responsabili «sono stati arrestati o sono ricercati e saranno perseguiti». L'attacco sarebbe avvenuto dopo l'arresto di un membro del Psf, accusato di «tentato omicidio contro il presidente della Corte Suprema».

Solo ieri era stato annunciato ieri il calendario delle elezioni presidenziali, il cui primo turno si svolgerà il 6 maggio (eventuale ballottaggio il 22) e che con tutta probabilità vedrà confrontarsi il presidente uscente Mahamat Idriss Déby Itno e l'oppositore Yaya Dillo. Ci sarà tempo solo fino al 15 marzo per presentare la propria candidatura.

Dopo la morte del padre Idriss Déby Itno, colpito dai ribelli, il 20 aprile 2021 il trentenne Mahamat Idriss Déby Itno fu proclamato dall'esercito presidente di transizione. Guida una giunta di 15 generali. In un primo momento aveva promesso di restituire il potere ai civili organizzando le elezioni entro 18 mesi, ma la scadenza è stata posticipata di due anni. Le forze di opposizione temono il perpetuarsi di una "dinastia Déby".

In realtà, anche la famiglia del presidente appare divisa. Un suo zio, il fratello più giovane del padre Idriss, ha aderito al Psf di Yaya Dillo che a sua volta è cugino del capo dello Stato. Gli ultimi avvenimenti sarebbero causati quindi da una spaccatura all’interno del clan Itno che governa il Paese dal 1990.

Le testimonianze raccolte da Fides

«Abbiamo sentito gli spari nella notte ma non sappiamo ancora cosa stia accadendo» hanno detto all’agenzia Fides fonti da N’Djamena, che si è risvegliata in stato d’assedio. «Normalmente N’Djamena è fortemente presidiata da militari e poliziotti ma questa mattina abbiamo potuto constatare che la presenza di pattuglie e posti di blocco è notevolmente aumentata».

«Quel che sappiamo è che ieri sono state annunciate le date delle elezioni presidenziali. Il Partito socialista senza frontiere (Psf) aveva indetto una riunione della sua dirigenza per discutere della questione. Ora il segretario delle finanze del Psf è accusato dal governo di aver fomentato un tentativo di omicidio del presidente della Corte Suprema ed è stato arrestato».

In un comunicato del ministro delle Comunicazioni e portavoce del governo, Abderaman Koulamallah, si afferma che dopo l’arresto del responsabile finanziario del Psf «la situazione ha preso una svolta drammatica con l’attacco deliberato dei suoi complici, condotto da elementi del Psf guidati del presidente di questo movimento, Yaya Dillo, contro i locali dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza dello Stato, causando diversi morti». «Le forze dell’ordine - continua il comunicato del governo - hanno reagito immediatamente con efficacia per sventare l’attacco, caratterizzato da un dilettantismo sconcertante».

Le fonti di Fides aggiungono che «non possiamo sapere con certezza se quanto affermato dal comunicato del governo corrisponda alla piena verità», ricordando che «i media locali sono strettamente controllati dallo Stato».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: