martedì 15 aprile 2014
​Il 15 aprile scorso l'attentato durante la maratona: tre morti e 260 feriti. La città adesso si è rimessa in piedi e il 21 aprile tornerà a correre.
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Due esplosioni a soli dodici secondi di distanza, a pochi passi dal traguardo della storica maratona. Un anno fa Boston era una città ferita. L'attentanto aveva colpito per la prima volta uno degli eventi simbolo della cultura americana. Tre morti e 260 feriti il bilancio. Oggi la metropoli americana è pronta a ripartire, come dimostrano le immagini scattate dall'agenzia Lapresse. E scalda già le gambe per la prossima corsa: appuntamento il 21 aprile con una gran voglia di lasciarsi alle spalle quella brutta esperienza. A sorvegliare atleti e semplici appassionati ci saranno 3500 agenti e cento telecamere nascoste. I negozi si Boyloston Street, a due passi dal luogo dell'espolosione, sono aperti. E proprio all'angolo con Exeter Street nel punto esatto dello scoppio, un negozio di articoli sportivi mostra in vetrine scarpe e magliette da runners. Un manifesto ringrazia tutte le persone che con il loro aiuto hanno reso possibile la riapertura in tempi rapidi. Il dolore e lo sdegno di sono trasformati in voglia di fare e in solidarietà. Una corsa benefica, organizzata da un'associazione di volontariato, ha attraversato tutti gli States, dalla California a Boston. Duemila persone si sono date il cambio per questa eccezionale staffetta che ha attraversato quattordici stati. Ieri gli ultimi maratoneti sono arrivati in città. Appena in tempo per il primo anniversario della strage.

Una nuvola di fumo, i semafori in tilt. Lungo Boylston Street la folla si allontana in ordine sparso. La corsa è finita in anticipo, ma i partecipanti ancora non sanno il perché. Un anno dopo, il ritorno alla normalità. Auto e furgoni in colonna, semaforo rosso. La fretta di correre,c'è ancora, ma verso l'ufficio. E a bordo di un taxi.

Alza le mani in segno di resa. Anche i poliziotti, messi sotto stress, a volte non sanno come comportarsi. L'incertezza è tanta. Spuntano telecamere e macchine fotografiche, ma anche le transenne per proteggere il luogo delle due esplosioni ed evitare intralcio ai soccorsi. Un anno dopo, il clima è decisamente più disteso. Una bella giornata di sole, perfetta per passeggiare. Anche se si è al guinzaglio.

 Un blindato della polizia che assomiglia quasi ad un carrarmato tanto è minaccioso. Le indagini sull'attentanto sono state particolarmente rapide. E le forze dell'ordine si sono messe subito sulle tracce dei responsabili, battendo palmo a palmo la periferia della città. Un anno dopo regna la massima tranquillità: in strada ci sono solo due ragazzine che tornano a casa dopo la scuola.

La seconda bomba è scoppiata davanti a questo ristorante. E gli effetti si vedono: sui marciapiedi vestiti ridotti a brandelli, c'è anche un passeggino abbandonato. La polizia scientifica, con tanto di tute bianche, sta effettuando un sopralluogo. I proprietari non si sono persi d'animo e hanno ristrutturato il locale a tempi di record.

Copley Square è invasa da mazzi di fiori, peluche, felpe e bandiere americane. Piccoli oggetti che giorno dopo giorno sono stati deposti per ricordare le tre vittime. Un rituale silenzioso molto caro agli americani. Un anno dopo la piazza è sgombra: è l'ora di pranzo e la gente esce dagli uffici per fare una pausa. Tra pochi giorni si correrà la prossima maratona.
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