martedì 26 agosto 2014
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​“Vorremo vedere le prove visive che ci confermino quello che le autorità dicono a voce, ovvero che le aree sulle quali Boko Haram ha proclamato il Califfato sono tornate sotto il controllo del governo” dice all’Agenzia Fides Ignatius Ayau Kaigama, Arcivescovo di Jos e Presidente della Conferenza Episcopale Nigeriana, dopo che il leader della setta islamista Boko Haram, Abubakar Muhammad Shekau, ha dichiarato di aver inglobato nel “califfato islamico” Gwoza, città nel nord-est della Nigeria, che sarebbe caduta sotto il controllo della milizia islamista. “Finora abbiamo avuto solo comunicati di smentita da parte del governo - dice monsignor Kaigama- Vorremmo vedere i video che ci mostrino che l’esercito pattuglia Gwoza, che gli esercizi commerciali sono aperti e che la popolazione svolge liberamente le proprie attività. Insomma il governo ci deve convincere che Boko Haram non è in controllo dell’area”. Monsignor Kaigama lamenta inoltre “la sindrome da smentita che, finché non verrà supportata da fatti concreti, fa sì che viviamo nell’incertezza”. “È ora di finirla con le mezze verità: se i soldati sono costretti a fuggire di fronte a Boko Haram perché non sono dotati dei necessari equipaggiamenti lo si dica chiaramente e si trovino le soluzioni al problema” conclude l’arcivescovo. Secondo fonti di stampa locale circa 500 soldati nigeriani, insieme a migliaia di civili, sono fuggiti di fronte ad una nuova offensiva di Boko Haram dalla città di Gamboru Ngala (nello Stato del Borno) a Fotokol, una città in territorio del Camerun alla frontiera con la Nigeria. (L.M.) (Agenzia Fides 26/8/2014)
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