martedì 5 maggio 2020
Sono 19 milioni i minori che nel 2019 vivevano in un campo profughi, il numero più alto di sempre. Per loro distanziamento fisico, accesso alle cure e istruzione sono impraticabili
L'Unicef: la pandemia colpisce prima bimbi e famiglie sfollate

Foto Unicef

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"Milioni di bambini sfollati nel mondo già vivono senza cure e protezione adeguate". Per questo "quando emerge una nuova crisi, come la pandemia di Covid-19, questi bambini sono particolarmente vulnerabili". L'allarme è lanciato dal direttore generale dell'Unicef, Henrietta Fore, nel presentare il rapporto "Lost at home".

Secondo lo studio, lanciato dall’Unicef, nel 2019 circa 19 milioni di bambini - il numero maggiore di sempre - vivevano come sfollati nei loro stessi Paesi, molti di loro da anni, a causa di conflitti e violenze. Secondo precedenti rapporti Unicef sono circa 46 milioni gli sfollati nel mondo, di cui oltre il 40% sono minori. Ora con la diffusione in tutto il mondo del contagio da coronavirus, questi bambini sono fra i più vulnerabili sia alle conseguenze dirette che indirette dell'epidemia.

Nel 2019, riferisce l'Unicef, sono stati 12 milioni i nuovi sfollati in minore età, di cui 3,8 milioni a causa di conflitti e violenze e 8,2 milioni a causa di disastri legati principalmente a eventi meteorologici come inondazioni e intemperie. I bambini sfollati, prosegue il rapporto, non hanno accesso a servizi di base e sono più esposti a violenza, sfruttamento, abusi e tratta. Lavoro minorile, matrimoni precoci e separazione dalle famiglie sono altre minacce dirette alla loro sicurezza. Una situazione che la pandemia di Covid-19 rende ancora peggiore.

Per far fronte a questa emergenza mondiale per l'infanzia "è essenziale - ha affermato Henrietta Fore - che i governi e i partner umanitari lavorino insieme" per tenere i minori "al sicuro, in salute, per fare in modo che continuino il loro apprendimento e che siano protetti”. La pandemia osserva l'Unicef, sta infatti rendendo una situazione già difficile per le famiglie e i bambini sfollati, ancora peggiore: spesso vivono in campi sovraffollati o in insediamenti informali, in cui l’accesso ai servizi igienici e sanitari di base è limitato e dove il distanziamento sociale non è praticabile. Queste condizioni favoriscono molto la diffusione di malattie come il coronavirus.

Attraverso il rapporto, l’Unicef chiede investimenti strategici e azioni collettive da parte dei governi, della società civile, del settore privato, degli attori umanitari e dei bambini stessi per affrontare le cause di sfollamento specifiche per i bambini, soprattutto tutte le forme di violenza, sfruttamento e abusi. Per questo il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia invita i governi che si riuniscono nel Gruppo di alto livello sugli sfollati interni, istituito dal segretario dell'Onu António Guterres, a "intraprendere azioni concrete e investimenti che forniscano protezione e accesso equo ai servizi a tutti i bambini sfollati interni e alle loro famiglie".

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