venerdì 11 febbraio 2022
Si alza il livello di scontro con Mosca, anche Londra invita i connazionali a lasciare il Paese. Videoconferenza tra Biden e i partner europei. Draghi: se aggressione, sanzioni siano gravi
Joe Biden

Joe Biden - Ansa

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Nel giorno in cui l’inflazione tocca livelli record di 7,4 punti come non succedeva da decenni e il tasso di consenso del presidente crolla sotto il 40 per cento, Joe Biden ha giocato il "carico": rischiamo la terza Guerra mondiale se russi e americani si sparano. «I cittadini americani devono partire ora» dall'Ucraina, ha detto in una intervista alla Nbc. «Non è come avere a che fare con una organizzazione terrorista, abbiamo a che fare con uno dei più grandi eserciti del mondo, è una situazione molto differente e le cose potrebbero impazzire velocemente», ha ammonito riferendosi alla minaccia russa, mentre l'ambasciata Usa a Kiev lanciava una allerta analoga.

«Se Putin è così sciocco da procedere (con l'invasione dell'Ucraina, ndr), è abbastanza intelligente da non fare nulla che avrebbe un impatto negativo sui cittadini americani»: ha continuato Joe Biden nell'intervista a Nbc. Alla domanda se ha detto a Putin che la sicurezza degli americani è una linea non oltrepassabile, il presidente ha risposto: «non dovevo dirglielo, ho parlato di questo, lo sa». Biden ha escluso di mandare truppe per un'eventuale evacuazione di cittadini americani: «è una guerra mondiale quando americani e russi cominciano a spararsi», ma in serata l'emittente Fox ha riportato che gli Usa invieranno altri 3mila militari in Polonia nei prossimi giorni.

Non solo: secondo alcune fonti, gli Stati Uniti ritengono che la Russia attaccherà l'Ucraina la settimana prossima. Il presidente russo, Vladimir Putin, avrebbe deciso di invadere l'Ucraina e avrebbe comunicato i suoi piani alle forze armate russe.


L'avvertimento ai connazionali di lasciare il Paese "subito" è arrivato anche dalla Gran Bretagna. Il Foreign Office ha anche esortato a non effettuare viaggi nel paese. "L'ambasciata rimane aperta ma non saremo in grado di fornire assistenza consolare di persona", si legge in una dichiarazione. Coloro che decidono di restare in Ucraina "dovranno restare vigili a causa del rischio di operazioni di combattimento, rivedere costantemente i loro piani di partenza ed assicurarsi che i documenti di viaggio siano aggiornati".

Intanto si muove il filo della diplomazia. Oggi pomeriggio, venerdì, si è svolto una videoconferenza tra Biden e i partner europei, durante il quale è stato "riaffermato il sostegno alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina". Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha partecipato al vertice virtuale e ha confermato l'esigenza di assicurare "una ferma postura di deterrenza, mantenendo aperto il dialogo con Mosca". È stato approfondito l'esame delle sanzioni che verrebbero adottate in caso di aggressione all'integrità territoriale dell'Ucraina. Draghi sostiene l'opportunità di sanzioni gravi, pur continuando a sperare in un utile dialogo.

E domani Macron parlerà con il suo omologo russo Vladimir Putin della crisi al confine russo-ucraino, che gli occidentali vogliono risolvere con "mezzi diplomatici, dialogo e deterrenza", ha spiegato l'Eliseo.

Critiche comunque continuano a piovere sull’amministrazione americana. «La Casa Bianca ha valutato in maniera molto flessibile, in termini temporali, la possibilità concreta di un'invasione russa dell'Ucraina», scrive il quotidiano francese “Le Monde”, che in un editoriale sottolinea: «Nelle ultime settimane la Casa Bianca si è affidata a una drammatizzazione della minaccia russa all'Ucraina, arrivando ad annunciare un'invasione “imminente”. Ma le accuse non sono sempre state supportate da prove». Nei variabili pronostici dell'amministrazione Biden, l'attacco russo potrebbe avvenire «più tardi, domani, tra qualche settimana o mai più», ma «per quasi tre mesi, attraverso regolari fughe di notizie sulla stampa e dichiarazioni pubbliche, Washington non ha smesso di lanciare l'allarme sui preparativi», nota Le Monde.

A rincarare la dose ansiogena Usa, che in questi giorni ha viaggiato di concerto con l’alleato britannico Boris Johnson che a sua volta continua ad alzare i toni del confronto, è anche il segretario di Stato americano Antony Blinken: la Russia – ha detto – può invadere l'Ucraina «in qualsiasi momento, anche durante i Giochi olimpici» invernali in corso a Pechino. Per i cittadini americani l'invito è a lasciare «adesso» l'Ucraina per il rischio di un'escalation militare. Al termine di una riunione con gli omologhi di Australia, India e Giappone (il Quad), Biden ha rimarcato come gli Stati Uniti siano stati sempre «molto chiari» con la Russia. E, considerando sempre il dialogo come «il modo responsabile di fare le cose», valutano anche altre misure.

«Se la Russia scegliesse la strada di una nuova aggressione, si troverebbe ad affrontare conseguenze enormi», ha detto Blinken da Melbourne, affermando di condividere questa visione con i Paesi Nato, Ue e del G7. «Un Paese non può cambiare con la forza i confini di un altro» né «dettare» quali politiche debba adottare o «con chi possa allearsi», ha detto ancora il segretario di Stato, parlando di principi «molto basilari». «Se permettiamo la violazione con impunità di questi principi – ha aggiunto – ci sarà un impatto anche qui. Altri guardano, osservano come rispondiamo» alla crisi ucraina. E Blinken, che non ha indicato alcun Paese in particolare pur lasciando intendere un riferimento alla Cina e alle sue pretese territoriali, ha condiviso con gli omologhi la necessità di garantire la sicurezza anche nell'Indo-Pacifico.

Dal canto suo il Cremlino, mentre continua a negare qualsiasi ipotesi di invasione e porta avanti le mastodontiche manovre militari in Bielorussia, manifesta scetticismo sul fronte diplomatico. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, si è rammaricato per l'esito «infruttuoso» dei colloqui nel formato Normandia che si sono tenuti ieri a Berlino. «Tutti noi abbiamo assistito all'esito purtroppo infruttuoso di un altro incontro di consiglieri politici dei leader nel formato Normandia», ha commentato. «Purtroppo, questa è una realtà che dobbiamo affrontare, la realtà in cui dobbiamo difendere la nostra posizione e possiamo solo riporre speranza nei nostri diplomatici in questa situazione», ha aggiunto.

Alza il tiro, ulteriormente anche la Nato. Il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, ha ribadito che vi è un rischio reale di un conflitto armato in Europa dato che il numero delle truppe ai confini dell'Ucraina «salgono» e i tempi di reazione di un eventuale attacco "scendono". Ma il capo dell'Alleanza ha anche avvertito che il pericolo non è confinato a una «piena invasione militare» bensì ad «azioni ibride», comprese quelle «cibernetiche», o a un tentativo di "ribaltare il governo di Kiev». Stoltenberg – in Romania per accogliere le truppe Usa alla base di Costanza – ha sottolineato l'alto numero di agenti d'intelligence russi presenti in Ucraina. La Nato ha anche messo in cantiere un aumento delle forze militari sul fianco orientale, vicino all'Ucraina – in Paesi come la Romania, la Slovacchia e la Bulgaria – dopo che i Paesi alleati nei giorni scorsi hanno sottoscritto una proposta in questo senso al termine di settimane di discussioni, rendono noto fonti informate citate dall'agenzia di stampa tedesca Dpa. La decisione, che dovrà essere confermata e annunciata alla riunione dei ministri della Difesa a Bruxelles la prossima settimana, potrebbe essere attuata nel giro di settimane. Dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, la Nato ha dispiegato Battle group di forze multinazionali nei tre Paesi Baltici e in Polonia. La Francia ha già avanzato la sua disponibilità a guidare un Gruppo di battaglia in Romania. E «molti altri Paesi alleati sono disponibili a contribuire», ha dichiarato oggi il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. L'Ungheria invece, che si trova nel fianco orientale, ha precisato di non ritenere necessario il dispiegamento di forze alleate sul suo territorio.

Chi getta acqua sul fuoco, come da giorni avviene, è paradossalmente invece il governo ucraino. «Non c'è nulla di nuovo in questa dichiarazione, non è la prova di un qualche cambiamento radicale della situazione». Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba a proposito dell'invito del presidente americano Joe Biden ai cittadini Usa a lasciare l'Ucraina sullo sfondo delle tensioni tra Russia e Occidente attorno alla Repubblica ex sovietica. Non è la prima volta in questa crisi che le autorità ucraine minimizzano o contraddicono le affermazioni del presidente americano.

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