martedì 28 febbraio 2017
Nell'operazione, che ha portato già ad alcuni fermi legati al jihadista che ha compiuto la strage del mercatino di Natale, sono stati impiegati 460 agenti. Polemiche sull'italiana uccisa
La mosche Fussilet 33 di Berlino frequestata da Anis Amri è stata perquisita dai reparti speciali della polizia (Ansa)

La mosche Fussilet 33 di Berlino frequestata da Anis Amri è stata perquisita dai reparti speciali della polizia (Ansa)

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Il blitz è scattato questa mattina: una vasta operazione di polizia, in cui sono stati impegnati almeno 460 agenti, ha portato alla perquisizione e alla chiusuradella moschea "Fussilet 33", frequentata secondo gli inquirenti ancheda Anis Amri, responsabile il 19 dicembre scorso dell'attentato di Berlino con il camion killer al mercatino di Natale del Breitscheidplatz, in cui sono morte 12 persone, tra cuil'italiana Fabrizia Di Lorenzo, i cui genitori hanno denunciato lo scandalo delle autorità tedesche che non risarciranno nulla perché si è trattato di un «incidente stradale». In tutto sono stati setacciate 24 tra abitazioni e piccole imprese, ma non solo: controllate anche le celle di alcuni detenuti in due diversi penitenziari della città. Già chiusa da qualche giorno al termine di contratto di locazione scaduto, la moschea "Fussilet 33" era considerata il punto di ritrovo dell'islamismo radicale nella capitale tedesca, ed era nel mirino delle autorità tedesche sin dal gennaio 2015.

In manette tre persone

Alcune settimane fa, le unità speciali delle forze dell'ordine hanno arrestato tre persone: anche loro, a quanto pare,frequentatori della moschea, che si trova nel quartiere Moabit, sono sospettatidi aver cercato di partire per la Siria o in Iraq per essere addestrati dalle milizie del Daesh nell'uso delle armi e di esplosivi. Anche subito dopo l'attentato di Natale, la moschea era stata perquisita dalla polizia, così di nuovo lo scorso primo febbraio. È in corso anche un procedimento nei confrontidi Ismet D., autodefinitosi "emiro", già presidente del "Fussilet 33", accusato di aver tentato di radicalizzare numerosi frequentatori della moschea, in particolare turchi e caucasici, e di conquistarli alla causa del jihadismo internazionale. L'uomo è anche sospettato di aver contribuito al finanziamentodi un gruppo terrorista siriano.

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