sabato 17 ottobre 2009
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«Se hanno un’alternativa, non abortiscono». Oltre alla completa mancanza di protezione nei confronti del nascituro, secondo Benigno Blanco – responsabile del Forum della Famiglia – la riforma dell’aborto voluta da Zapatero relegherà le donne in difficoltà in una situazione ancora più spinosa: sole, senza aiuti, senza alternative. Secondo il governo è una legge necessaria, adeguata ai tempi e alla realtà sociale spagnola. Una riforma moderna. Questo significa che in piazza contro l’aborto ci saranno solo anziani?Ma no, ovviamente sarà una foto di famiglia. Ci sarà molta gente giovane, tantissime donne e tante famiglie. Sarà uno spaccato della realtà spagnola. Questa pretesa di rappresentare la voce progressista del Paese è demagogica. La legge è ingiusta e abbandona la donna, sola, di fronte all’aborto. Noi al contrario difendiamo i diritti umani – in primis quello alla vita – e chiediamo più aiuti per le madri. Sappiamo che l’immensa maggioranza, se avesse un’alternativa, non opterebbe per abortire. Lo vediamo con i casi del programma “Rete Madre”: otto donne su dieci – quando ricevono un appoggio – abbandonano la scelta dell’aborto. È così che si riducono le cifre. Ma al governo non sembra interessare.Perché?Per prima cosa l’esecutivo vuole soddisfare le richieste delle cliniche abortiste. Oggi in Spagna l’aborto è un delitto, depenalizzato solo in tre casi. In pratica, però, nelle cliniche private è completamente libero. Negli ultimi anni ci sono stati diversi procedimenti penali contro questi istituti. Sono loro a premere sul governo per avere maggiori garanzie legali nella loro attività. In secondo luogo esiste all’interno del Partito socialista un gruppo minoritario e radicale, che pensa ancora che l’aborto sia necessario per la liberazione della donna.Ma i candidati dei socialisti non annunciarono la riforma nel programma delle ultime elezioni legislative…No, e infatti all’interno del Partito molta gente è contraria alla norma. Secondo un sondaggio, almeno il 25% degli elettori socialisti non vuole questa riforma.C’è chi descrive la Spagna, oggi, come il paradiso abortista d’Europa. Che accadrà domani con la nuova legge?La Spagna è diventato il paradiso degli aborti perché qui non si rispetta la legislazione in vigore. Se si paga, è possibile realizzare qualsiasi aborto. Arrivano donne da tutta Europa. Con la riforma la situazione peggiorerà. La legge liberalizza completamente l’aborto fino alla 14esima settimana, ma di fatto anche fino alla 22esima, perché si continua a parlare di pericolo per la salute psichica della madre: nelle cliniche private questo criterio equivale ad una gravidanza non desiderata. Dopo la 22esima settimana, si potrà interrompere se un medico diagnostica una malattia incurabile. Temiamo altre frodi legali. Uno dei punti più polemici del testo riguarda le sedicenni e diciassettenni: potranno abortire senza il permesso dei genitori.La riforma rappresenta una mancanza di protezione totale nei confronti della madre. Il caso più clamoroso è quello delle minorenni: queste ragazzine vengono lasciate addirittura senza l’aiuto dei genitori. La legge rompe tutti i principi della patria potestà. Visto che i cittadini comuni non possono presentare ricorsi al Tribunale Costituzionale, abbiamo chiesto al Partito Popolare di farlo, perché la norma non protegge il nascituro né le donne, comprese le minorenni.
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