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Polizia e ambulanze nel luogo della strage - Ansa
Possedeva legalmente due armi da fuoco il ventunenne austriaco Artur A., incensurato, originario del distretto di Graz-Umgeb. Un fucile da caccia e una pistola, acquistata di recente. Le ha usate per commettere una strage nell’aula scolastica dove non era riuscito a diplomarsi e dove, secondo i media austriaci, sarebbe stato ripetutamente bullizzato. Dieci le sue vittime, prima di togliersi la vita. Una trentina i feriti, dodici dei quali in gravi condizioni e uno in pericolo di vita.
Mai in Austria era avvenuta una tragedia simile. «Vivo dall’altra parte della strada e conosco alcuni dei ragazzi che frequentano quella scuola. Per me è uno choc enorme, è una situazione da film», ha detto Mark Nolden, 22 anni, allo Steirerkrone Zeitung.
Sembrava una mattina come tutte le altre, quando gli austriaci hanno aperto gli occhi sull’incubo. Attorno alle 10, il rumore secco di decine di spari ha gettato nel panico il quartiere di Lend nella città di Graz, la seconda del Paese. Immediato è scattato l’allarme attorno alla scuola secondaria Borg di Dreierschuetzengasse. Le ambulanze sono arrivate in pochi minuti. La polizia è accorsa in forze, dispiegando oltre 300 agenti e l’unità speciale Cobra supportata da elicotteri. La zona è stata isolata, gli edifici perquisiti. «La sicurezza sul luogo del crimine è stata ripristinata in soli 17 minuti» ha informato la direzione della polizia. Con il cessato allarme, l’ammissione di una realtà banale quanto amara: il massacro è stato il gesto isolato di un giovane, regolarmente armato, che nutriva una rabbia feroce contro la sua ex scuola.
Stando al racconto dei testimoni, il ventenne ha fatto irruzione in quella che era stata la sua aula scolastica sparando all’impazzata. Subito dopo, la scena si è ripetuta in un’aula vicina. Otto studenti e un’insegnante sono rimasti uccisi, alcuni colpiti alla testa. Le vittime più giovani, cinque femmine e tre maschi, hanno un’età compresa fra i 14 e i 18 anni. Braccato dagli agenti, il sospetto aggressore si è rinchiuso in un bagno e lì si è ucciso.
Sul movente, gli inquirenti non sono entrati nel dettaglio: «Per il momento non è possibile fornire alcuna informazione. Sono necessarie ulteriori indagini». I media austriaci parlano di un profondo rancore per il fallimento scolastico e i ripetuti episodi di bullismo. Stando al quotidiano Krone, la polizia avrebbe trovato un biglietto d’addio nell’abitazione del killer. Il ministro dell’Interno, Gerhard Karner, si è limitato a confermare che il sospetto è un cittadino austriaco di 21 anni senza precedenti penali, un ex allievo della scuola che non era riuscito a diplomarsi: «Tutto il resto sono speculazioni», ha aggiunto.
«Oggi è un giorno buio nella storia del nostro Paese – ha detto in conferenza stampa a Graz il cancelliere Christian Stocker, che ha annullato tutti gli impegni e proclamato tre giorni di lutto nazionale –. Nove persone sono state improvvisamente strappate alla loro vita. Non ci sono parole per esprimere il dolore. Il nostro Paese è in silenzio». Anche il vicecancelliere Andreas Babler e la ministra degli Esteri Beate Meinl-Reisinger hanno cancellato tutti gli appuntamenti, a partire dalla conferenza stampa sui cento giorni del governo. Il presidente Alexander Van der Bellen ha scritto su X: «Quello che è successo colpisce il cuore del nostro Paese. L’orrore è indescrivibile». wL’Austria è uno degli Stati europei con il più alto tasso di civili armati: si stima che circolino 30 armi da fuoco ogni 100 abitanti, stando al dato fornito dal rapporto annuale dell’indipendente Small Arms Survey (Inchiesta sulle armi di piccolo calibro). L’età minima per acquistare un’arma è 21 anni. Proprio quella del sospetto assalitore.
La sparatoria nella scuola di Graz è la peggiore della storia austriaca dal secondo dopoguerra. Avvenuta quando la capitale della Stiria stava per commemorare i dieci anni dalla strage del 20 giugno 2015, quando un uomo alla guida di un fuoristrada si lanciò ad alta velocità sulla folla uccidendo tre persone e ferendone quaranta. Da tutta Europa sono arrivati all’Austria messaggi di cordoglio.