lunedì 10 maggio 2010
In un'impressionante prova di forza, un'ondata di attentati – almeno una ventina – ha insanguinato l'Iraq da Nord a Sud, causando quasi 80 morti e oltre 250 feriti; mentre si avvicina la data del ritiro di buona parte delle forze Usa e ancora non si profila una schiarita per la formazione del nuovo esecutivo, oltre due mesi dopo le elezioni parlamentari del 7 marzo.
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In un'impressionante prova di forza, un'ondata di attentati – almeno una ventina – ha insanguinato l'Iraq da Nord a Sud, causando quasi 80 morti e oltre 250 feriti; mentre si avvicina la data del ritiro di buona parte delle forze Usa e ancora non si profila una schiarita per la formazione del nuovo esecutivo, oltre due mesi dopo le elezioni parlamentari del 7 marzo.Nell'arco si poco più di un'ora, poco dopo l'alba, a Baghdad è stata registrata una raffica di attacchi contro sei posti di blocco delle forze di sicurezza, con un bilancio di sette morti, tra soldati e agenti di polizia. Quasi allo stesso tempo, l'esplosione di ordigni artigianali in altri tre checkpoint ha provocato la morte di almeno quattro poliziotti e il ferimento di una decina di altri. Più o meno alla stessa ora, a Falluja, nella provincia sunnita di al Anbar, tre persone, tra cui una donna, sono state uccise, e oltre dieci altre ferite in seguito all'esplosione di almeno quattro ordigni davanti alle abitazioni di altrettanti ufficiali di polizia o dell'antiterrorismo.Poi, a metà mattinata, gli attacchi più eclatanti: nella cittadina di Suwayra, a una sessantina di km a sud di Baghdad, un duplice attentato davanti ad una moschea ha causato la morte di almeno 11 persone e il ferimento di una sessantina d'altre. Poco dopo, nella vicina Hilla, due autobomba sono esplose davanti ad una fabbrica nel momento in cui gli operai stavano uscendo. Il bilancio, in questo caso, ha ottenuto il triste primato di essere il più grave di una giornata tra le peggiori da mesi: almeno 36 morti e 140 feriti.Ma non è tutto, perché altri attentati ci sono stati a Mossul, nel Nord, e a Haswa, Abu Grahib, Tarmiya, causando in tutto la morte di almeno otto persone e il ferimento di numerose altre. E infine, in serata, nel profondo Sud, a Bassora, una bomba in un mercato ha fatto sette morti e 18 feriti. L'unico laconico commento delle autorità è stato affidato a un funzionario governativo, che ha voluto però mantenere l'anonimato: «Gli attentati di oggi – ha detto – sono un messaggio dei terroristi che vogliono dimostrare di essere in grado di lanciare attacchi simultanei in zone diverse perché dispongono di cellule ovunque». I militari americani non hanno invece diffuso alcun commento, e resta dunque valida la recente affermazione del comandante delle forze Usa in Iraq, generale Ray Odierno, secondo cui il piano di ridurre dagli attuali 95 mila a 50 mila il numero dei soldati americani entro il prossimo agosto è ancora operativo, nonostante l'incertezza politica dopo le recenti elezioni. E su questo fronte, è ancora in corso il riconteggio dei 2,5 milioni di voti della circoscrizione di Baghdad, voluto dal premier uscente Nuri al Maliki. Secondo quanto è stato fatto trapelare, l'operazione dovrebbe essere conclusa entro venerdì, ma difficIlmente cambierà il risultato, ancora "provvisorio", che assegna la vittoria di misura al laico Iyad Allawi. Al Maliki frattanto ha raggiunto un'intesa con la Alleanza Nazionale Irachena filo-iraniana per formare il maggiore gruppo in parlamento; mentre anche diversi gruppi curdi hanno annunciato una fusione. La designazione di un possibile nuovo premier appare però essere ancora in alto mare.
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