martedì 18 agosto 2009
A due giorni dal voto i taleban hanno intensificato i propri attacchi provocando morte e terrore tra la popolazione dell'Afghanistan: almeno 15 le vittime, tra cui un soldato Nato e due rappresentanti Onu, di questa lunga giornata di violenza iniziata stamane con i razzi lanciati contro la residenza di Karzai e culminata con
l'attentato suicida a Kabul.
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Un attentatore suicida a bordo di un'auto si è lanciato oggi contro un convoglio di truppe della Nato nella capitale afghana, uccidendo almeno otto persone, in un'ondata di violenza a due giorni dalle elezioni che i taleban hanno giurato di ostacolare. Sempre oggi, Kabul è stata colpita da un razzo, alcune sedi in cui si voterà nelle campagne sono state attaccate, un candidato al consiglio provinciale è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco e tre dipendenti elettorali sono rimasti vittime di una bomba nei sempre più frequenti attentati prima della votazione di giovedì.Intanto, nella Regione Ovest sotto comando italiano militari della Folgore e uomini delle forze di sicurezza afghane sono stati attaccati nell'area di Farah, ma nessuno di loro è rimasto ferito, come si legge in un comunicato. Il presidente Hamid Karzai punta ad essere rieletto ad un secondo mandato dopo il rovesciamento dei taleban nel 2001, e un risultato credibile è fondamentale perché il paese riesca ad attrarre investimenti e aiuti per lo sviluppo.Funzionari afghani e forze della Nato hanno dichiarato che oltre 50 persone sono rimaste ferite nell'attentato suicida di oggi, il secondo attacco di massa di questo tipo nel giro di quattro giorni, dopo mesi di relativa tranquillità nella capitale. Tra le vittime, assieme a civili afghani, c'erano un membro delle forze Nato e due afghani che lavoravano per le Nazioni Unite. Dalla scena si è levata una spessa nuvola di fumo nero e la polizia ha tenuto indietro i curiosi mentre i feriti venivano portati via in ambulanza."Vedevo feriti e morti ovunque", ha detto Sawad, gestore di un negozio. "Ho aiutato a caricare qualcuno sulle ambulanze. I loro vestiti erano coperti di sangue". In una nota, Karzai ha detto che questi attacchi non serviranno a spaventare gli afghani, che andranno a votare "nonostante gli sforzi dei nemici e mostreranno la propria opposizione a simili atti barbarici".Oggi, però, ai media afghani e occidentali è stato ordinato di non dare comunicazione delle violenze in occasione del voto di giovedì, in modo che gli afghani non restino lontani dai seggi per paura.Sono stati emessi due decreti, uno dal ministero degli Esteri che vieta ai media di informare sulle violenze a seggi aperti, e un altro del ministero dell'Interno che ordina agli operatori dell'informazione di stare lontani dai luoghi di eventuali attentati.I militanti talebani hanno promesso di intensificare la lotta e di ostacolare le elezioni con la violenza.La campagna elettorale è ufficialmente terminata a mezzanotte dopo un'ultima giornata di grandi manifestazioni in favore di Karzai e del suo principale avversario, l'ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah.Inviato Nazioni Unite prevede successo. Nonostante la violenza, Kai Eide -- inviato speciale delle Nazioni Unite in Afghanistan -- ha detto di aspettarsi che il voto sia un successo. "Non nascondo che ci sono state delle irregolarità, ma il mio giudizio generale è che questo sarà un successo per il popolo afghano", ha detto durante una conferenza stampa. Abdullah, un oculista, ha condotto la campagna elettorale con energia, cercando sostegno anche al di fuori della sua base elettorale nel nord prevalentemente tajiko.I sondaggi più recenti mostrano Karzai al 45% e Abdullah al 25%. Ma da quando sono stati realizzati, Karzai si è assicurato il sostegno di alcuni ex signori della guerra. I donatori internazionali sono preoccupati per l'appoggio che Karzai ha cercato in alcuni ex capi delle milizie, come il generale uzbeko Abdul Rashid Dostum, una preoccupazione relativa al possibile ritorno al potere di quei signori della guerra che hanno dominato il paese per decenni.Dostum, che ha ottenuto il 10% alle elezioni del 2004, è ritornato dall'esilio in Turchia la scorsa domenica proprio per sostenere Karzai, un sostegno che ha messo in allarme tanto gli Usa quanto le Nazioni Unite, preoccupati di un possibile ritorno di Dostum al governo. Washington, infatti, ha fatto sapere che il generale uzbeko potrebbe essersi reso protagonista di episodi di violazione dei diritti umani.
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