martedì 17 giugno 2025
Parla l’ambasciatore Sideman in Vaticano: «Sostengo l’invito al dialogo di Leone XIV ma i negoziati non hanno fermato i progetti dell’Iran che vuole distruggere il nostro Stato»
L’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman,

L’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman, - Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede

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«Concordo con papa Leone quando afferma che il mondo dovrebbe essere liberato da ogni minaccia nucleare e che il modo migliore per prevenirla è il dialogo». L’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Yaron Sideman, segue passo dopo passo il nuovo Pontefice. Compresi i suoi appelli a fermare le armi in Medio Oriente. Più volte Leone XIV ha fatto riferimento a Gaza. Ora l’invito alla «responsabilità» e all’«incontro» rivolto a Tel Aviv e Teheran per evitare l’escalation. «In effetti - spiega il diplomatico ad Avvenire - negli ultimi trent’anni il dialogo è stato il principale strumento attraverso cui la comunità internazionale si è sforzata di coinvolgere l’Iran affinché abbandonasse il suo progetto nucleare militare. Ma il risultato è stato l’esatto opposto. L’Iran ha ingannato la comunità internazionale e continua a premere sull’acceleratore, al punto che la scorsa settimana l’Aiea, l’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, ha dichiarato Teheran inadempiente ai suoi obblighi».

Israele parla di guerra preventiva. Ma Leone XIV ha riaffermato che le guerre «non risolvono i problemi, ma li aggravano».

«Israele non ha intrapreso una guerra con l'Iran, ma un'operazione militare volta a eliminare un'imminente minaccia esistenziale portata avanti dal regime iraniano. In linea di principio, la guerra dovrebbe sempre essere considerata l’ultima opzione, ma ciò non significa che non sia affatto valida, qualora tutte le altre fallissero. Questo è il punto a cui siamo arrivati ora. Tutte le altre opzioni attuate finora per decenni non sono riuscite a rimuovere o addirittura ridurre la minaccia iraniana. Al contrario i negoziati con l’Iran sono andati avanti per decenni, più recentemente con gli Stati Uniti, e hanno sempre portato l'Iran ad accelerare ulteriormente il suo programma nucleare anziché abbandonarlo. Il regime dei mullah iraniani è recentemente passato alla fase di attuazione del suo piano sistematico per annientare Israele. Eravamo all’ultimo minuto in questo senso e non avevamo altra scelta che agire prima che fosse troppo tardi».

Papa Leone ha detto che «nessuno dovrebbe mai minacciare l’esistenza di un altro». Come legge questo monito?

«Un regime, come quello iraniano, dotato di capacità nucleari militari rappresenta una chiara minaccia per Israele ma anche per l’intero Medio Oriente. La storia ci insegna che, quando un regime minaccia la nostra esistenza, dobbiamo prenderlo sul serio. Inoltre l’Iran ha investito enormi risorse per creare un piano sistematico e ben orchestrato con cui attuare la sua minaccia, che include un robusto programma nucleare militare, un piano di missili balistici in grado di raggiungere non solo Israele ma qualsiasi capitale europea e la fornitura di armi ai terroristi tra cui Hamas, Hezbollah e gli Houthi per stringere Israele in un cerchio di fuoco. L’Iran è l’unico membro Onu che chiede apertamente lo sterminio di un altro membro delle Nazioni Unite».

Un edificio colpito durante uno dei raid missilistici iraniani a Bnei Brak, località ad est di Tel Aviv

Un edificio colpito durante uno dei raid missilistici iraniani a Bnei Brak, località ad est di Tel Aviv - Ansa

Israele contro la bomba atomica in Iran, ma possiede ma l’atomica…

«Israele sarà l’ultimo a introdurre tali armi in Medio Oriente. Siamo un Paese che sostiene i valori della vita e della libertà. Però ci troviamo di fronte a regimi che santificano e glorificano la morte e diffondono terrore e distruzione nel mondo. Questa è la giusta prospettiva. Basta guardare la carneficina che l’Iran sta compiendo ora colpendo deliberatamente i civili israeliani con missili balistici convenzionali. Immaginate se quei missili fossero dotati di testate nucleari...»

Israele ripete che i civili non sono un obiettivo. Però l’Iran denuncia oltre 200 morti.

«Mentre l’Iran sta prendendo di mira le aree densamente popolate, Israele colpisce le infrastrutture militari e gruppi terroristi».

Khamenei è un obiettivo per il governo Netanyahu come lo è Hamas a Gaza. Ma non si rischia una spirale d’odio verso Israele?

«L’unico obiettivo di Israele in Iran è agire contro le armi nucleari e l’arsenale di missili balistici. Iran e Hamas sono in perfetta sintonia. Entrambi invocano apertamente la distruzione di Israele e fanno parte di una mortale asse del male, guidata dall’Iran, che include anche Hezbollah e gli Houthi nello Yemen. Entrambi lavorano per raggiungere il loro comune intento, come dimostrano la carneficina di Hamas del 7 ottobre 2023 o gli attacchi di Teheran contro Israele nei vari anni, inclusi quelli missilistici non provocati proprio l’anno scorso. Iran e Hamas sono anche solidali finanziariamente, poiché l'Iran è un importante sostenitore finanziario di Hamas e le fornisce i mezzi per portare avanti le sue attività terroristiche contro Israele».

Israele può accettare la mediazione di Stati Uniti e Russia sulla crisi iraniana?

«Non posso parlare di alcuna iniziativa in particolare. Qualsiasi sforzo compiuto ora o in futuro sarà valutato in base alla sua capacità di rimuovere efficacemente la minaccia in corso».

Il Papa ha messo a disposizione la Santa Sede come spazio di incontro fra i nemici.

«Israele aspira sempre alla pace. L’ha raggiunta con vicini che prima erano tra i suoi nemici più acerrimi. Naturalmente apprezziamo qualsiasi misura costruttiva che possa facilitarla».

L'arrivo di un missile iraniani nell'area di Tel Aviv

L'arrivo di un missile iraniani nell'area di Tel Aviv - Ansa

C’è chi dice che Israele abbia attaccato l’Iran perché è in difficoltà a Gaza.

«Stiamo operando in Iran perché il regime iraniano è impegnato nella distruzione del nostro Stato».

La Chiesa ha più volte denunciato la drammatica situazione umanitaria a Gaza.

«Israele consente l’ingresso di cibo, medicine, carburante e acqua. L’operazione guidata dagli Stati Uniti consente che gli alimenti raggiungano la popolazione civile e non Hamas, come in passato. Finora sono stati distribuiti 23 milioni di pasti, con una media di due milioni al giorno negli ultimi giorni. Se questa tendenza dovesse continuare, la situazione dei civili migliorerebbe. Hamas è l'unica responsabile delle difficoltà che la gente sta vivendo. Israele è determinato a riportare a casa tutti gli ostaggi rimasti nella Striscia e a cancellare Hamas come entità militare e di governo a Gaza».

C’è bisogno che la Chiesa rafforzi il dialogo con il mondo ebraico?

«Apprezzo molto l’impegno di papa Leone per il dialogo con il popolo ebraico, secondo i principi di Nostra Aetate. Ed è di fondamentale importanza. Comunque, affinché il dialogo abbia successo, va ampliato nella portata e nella partecipazione. Quasi metà della popolazione ebraica mondiale vive oggi in Israele e tutti gli ebrei hanno un forte legame con lo Stato di Israele. Ciò dovrebbe riflettersi anche sul modo con cui strutturare il dialogo che è bene sia condotto su un’unica piattaforma con la partecipazione ebraica in tutto il mondo, incluso Israele».

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